Corriere del Mezzogiorno (Campania)
San Giovanni a Teduccio, “rivolta” contro le stese «Abbandonati dal Comune»
In piazza 500 studenti. Strade e balconi tappezzati da poesie
NAPOLI La signora Carmela non viene più alla messa delle 8. «Ho paura di uscire — racconta — l’ultima volta stavo raggiungendo la parrocchia quando hanno cominciato a sparare. Stamattina, quando ho visto giornalisti e fotografi, ho pensato ad un’altra sparatoria, poi mi hanno spiegato che era una manifestazione pacifica e così sono venuta». Carmela non è l’unica ad avere paura a San Giovanni a Teduccio.
Siamo nella parrocchia San Giuseppe e Madonna di Lourdes del rione Villa, periferia Est, molti lo chiamano Bronx. Il parroco, don Modesto Bravaccino, insieme con scuole e associazioni del territorio, coordinate dal Comitato Napoli Zeta, ha promosso una manifestazione contro le stese di camorra, a distanza di sei mesi da quella dello scorso aprile. Oltre 500 ragazzi delle scuole hanno tappezzato il quartiere del rione con poesie e messaggi positivi: stese di poesie contro le stese di camorra. A padre Modesto chiediamo in sei mesi cosa è cambiato.
«La gente è un po’ più consapevole ed ha più coraggio, ci sono tante persone che mi dicono: “Non ce la facciamo più, vorremmo fare qualcosa”. Prima non se ne poteva neanche discutere, poi qualcuno sta anche cominciando a parlare con polizia e carabinieri, certo è ancora lento come fenomeno, però sta iniziando». In chiesa le testimonianze degli attori, Francesco Di Leva, Patrizio Rispo, Annalisa Renzullo. In platea dirigenti scolastici, parroci, gli assessori Nino Daniele e Ciro Borriello, i consiglieri della Municipalità, ma soprattutto ci sono i ragazzi: hanno scritto poesie, fatto disegni, dalle frasi traspare la voglia di cambiamento, per qualcuno la paura è un uccello nero.
Due giorni fa c’è stato un blitz che ha permesso di scoprire armi e droga. «Gli inquirenti stanno lavorando tantissimo — commenta don Modesto — speriamo che anche le altre istituzioni facciano il proprio, soprattutto riconoscendo che siamo una periferia e che abbiamo un problema. Sento dalle dichiarazioni che questa amministrazione nega che esistano le periferie, non è che siamo contenti di essere riconosciuti come tale però se c’è un disagio bisogna dirlo, non possiamo spalmare il disagio su tutta Napoli e alla fine non riconoscerlo. Chiedemmo espressamente al sindaco di farsi portavoce presso il tavolo della sicurezza con Prefettura e Regione di un presidio, perché il fenomeno delle stese andava stroncato. Ci è stato detto che non si vuole fare, che dobbiamo impegnarci di più ad educare i ragazzi ma noi come agenzia educativa facciamo già il nostro. Ho chiesto anche la videosorveglianza, sono stato alla Regione a parlare con il presidente della Commissione. Mi ha detto di sì purché la richiesta parta da municipalità e Comune».
Dopo la manifestazione il corteo attraversa le strade del rione, i ragazzi consegnano le poesie, la gente si affaccia, alcuni applaudono, molti ringraziano. San Giovanni vuole reagire: «Aspettiamo un incontro con il prefetto, la nostra emergenza dura da troppo tempo» dice Pietro Sabatino del Comitato Napoli Zeta.
L’accusa