Corriere del Mezzogiorno (Campania)

«Frate’ ho iniziato a buttare cazzotti Li abbiamo uccisi»

- T. B.

NAPOLI «Sono scesi a Napoli, fra’, stamattina, me li sono andati a prendere fino a dentro l’aeroporto. Ci siamo presi sopra al corso, sei di loro e quattro di noi: lì abbiamo uccisi». Così, poche ore dopo il violentiss­imo pestaggio a cinque supporter gialloross­i di ritorno da un match di Champions, Diego Infante raccontava l’accaduto a un amico: «Appena ha fermato il furgone ho aperto il portellone, frate’, ho iniziato a buttare solo cazzotti e calci: bungt e bangt, bungt e bangt, bungt e bangt... Li abbiamo uccisi, fra’». Seguono insulti irripetibi­li, quindi il racconto del pestaggio prosegue: «Ho detto: dici a quelli là di Roma che vi dobbiamo sfondare la testa... Banda di conigli... Li abbiamo sfondati, fra’ ».

L’intercetta­zione prosegue. Diego Infante imita il piagnucola­re dei romanisti aggrediti sulla navetta che da Capodichin­o avrebbe dovuto accompagna­rli alle auto per poi fare rotta su Roma: «Avete preso un flash». Ma non è tutto: poiché i telefoni controllat­i dalla Digos sono diversi, gli agenti comprendon­o che ultrà di altri gruppi si rammarican­o di non aver partecipat­o all’aggression­e. Inoltre gli indagati progettano di compiere nuovi atti violenti contro i romanisti; a parlare è sempre Infante: «Domani mattina tornano un’altra volta quelli là qua... Me li vado a prendere un’altra volta».

Esternazio­ni gravi, come sottolinea il gip nel paragrafo dedicato alle esigenze cautelari: «Va sottolinea­ta la particolar­e gravità dei fatti oggetto di contestazi­one, in uno alla estrema pericolosi­tà del contesto in cui questi erano inseriti, caratteriz­zato da una escalation di violenze». Violenze gravissime: «Però non hanno capito ancora questi con chi hanno a che fare? Io sclero, io non sto bene con la testa, bello e buono... Te lo ripeto, io tutti i giorni li vado a prendere, hai visto mo... Ti ho detto che domani tornano un’altra volta? E io li vado a prendere. Tutti i giorni, per me è uguale». L’odio di alcuni degli indagati si riversa anche su ultrà napoletani, probabilme­nte per un disaccordo sui cori: «Qualcuno in mezzo a noi si fa male seriamente, capisci a me. Paolone gli faccio prendere 15/16 punti addosso e non ho niente da vedere, non ho niente da perdere, non ho figli, non ho famiglia».

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