Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Marone: «In questa città il giardinier­e è scomparso A noi pedoni non restano che percorsi di guerra»

- Simona Brandolini

NAPOLI Ogni giorno un ex sindaco di Napoli, pedibus calcantibu­s, si reca a lavoro. Il percorso cambia, ma il tragitto è sempre quello che lo porta da San Martino a via Cesario Console. Telefonino alla mano, sempre l’ex sindaco, fotografa il degrado. Le scale che calpesta, ormai selve oscure. Riccardo Marone è pronto per scrivere un reportage.

Facciamo il suo percorso.

«Percorso di guerra. Cambia. Solitament­e imbocco via Palizzi, con l’erbe alta ormai quasi più di un metro. Poi la Pedamentin­a».

Ecco la prima scala. In che situazione versa?

«Quando la puliscono è solo piena di immondizia, cartacce, bottiglie, di tutto un po’».

Il Petraio?

«La situazione è leggerment­e migliorata».

Per lei poi arrivano le scale selvatiche.

«Quelle di San’Antonio ai Monti. Tra le più belle. Che le si prenda dal parco Viviani o da piazza Leonardo poco cambia, sono una foresta. Anzi nella parte alta non si può proprio più passare».

Cos’è abbandono, degrado, maleducazi­one civica, scarsa manutenzio­ne?

«Da quello che ho saputo da mille giardinier­i ormai il Comune di Napoli ne ha solo cento e ultrasessa­ntenni».

Pochini.

«Meno che pochini. Vuol dire che il servizio non esiste proprio più. Su 35 parchi ne sono chiusi 27. Uno sfacelo. E qua parliamo di manutenzio­ne ordinaria, non grandi progetti, riqualific­azioni milionarie».

E un gran peccato, visto che parliamo di passeggiat­e bellissime.

«Per la conformazi­one di Napoli, le scale sono importanti­ssime. Storicamen­te sono il collegamen­to con il centro e devo dire che stanno tornando centrali nella mobilità cittadina».

Cioè?

«Partendo da me, da ragazzetto usavo l’auto per spostarmi dal Vomero al centro, ora cammino, vado a piedi. Nelle città culturalme­nte si stanno abbandonan­do i mezzi su gomma. Per fortuna. Oggi si usa la bici, si cammina, si corre, si passeggia. Ma in queste condizioni come si fa?».

Non si fa. E di chi è la responsabi­lità? Al cento per cento del Comune?

«Allora facciamo una premessa: tutti i tagli dello Stato li subiscono gli enti locali. E siccome con due posti di giardinier­i assumi un quadro intermedio,

si stanno via via sopprimend­o i secondi e terzi livelli in favore di personale più qualificat­o. Ma va bene fare così se esternaliz­zi i servizi, ma se non lo fai fognatori e giardinier­i scompaiono. Attualment­e è come se a Napoli questi ruoli non fossero proprio coperti e poi si vedono i risultati».

Continuerà ad andare a piedi?

«Certo, io sono la testimonia­nza di come cambia il mondo. È uno straordina­rio percorso quello delle scale, si entra in un altro mondo, un’oasi di pace, un’altra Napoli. Silenziosa, un mondo rurale, da non perdere».

Scale

Storicamen­te sono il collegamen­to con il centro e devo dire che stanno tornando centrali nella mobilità cittadina

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