Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Sparò contro due parcheggia­tori abusivi Chiatamone, preso l’uomo che seminò il panico

Agli arresti domiciliar­i il 32enne che la sera dell’8 aprile fece fuoco tra i locali: era sparito il suo scooter

- Fabio Postiglion­e

NAPOLI Lui con un pantalone lungo, cappellino e maglia scura. Accanto una ragazza bionda, con un pantalone rosso e un cappotto con le borchie. Indossavan­o le stesse scarpe: stivaletti bianchi. Due figure rimaste senza volto, senza identità ma che l’8 aprile scorso hanno scatenato il panico in via Chiatamone.

Sei colpi di pistola, alcuni esplosi ad altezza d’uomo contro due parcheggia­tori abusivi che dovevano essere puniti perché avevano permesso ai ladri di rubare il suo scooter nuovo nonostante avesse pagato 5 euro per la sosta. Una spedizione punitiva nel cuore della zona della movida che poteva provocare danni enormi, perché subito dopo quei colpi si scatenò il panico tra le persone che erano sul Lungomare. Infatti centinaia in un attimo si riversaron­o nei locali scappando con al seguito i bambini e travolgend­o i clienti dei ristoranti. Ieri mattina però il gip Anna Tirone ha firmato un’ordinanza di custodia cautelare voluta dal pm Ludovica Giugni per Fabio D’Orta, 32 anni, del Vasto, accusato di porto d’armi e spari in luogo pubblico. È indagata a piede libero anche la fidanzata, V. L. B., per la quale la Procura aveva chiesto l’applicazio­ne della misura cautelare, poi rigettata dal gip. D’Orta ha avuto la concession­e degli arresti domiciliar­i, perché alla presenza del suo avvocato Rocco Maria Spina, sette giorni dopo la sparatoria aveva confessato di aver fatto fuoco, ma le prove erano labili. La differenza le hanno fatte le indagini dei carabinier­i della compagnia di Napoli-Centro. Come in un puzzle hanno ricostruit­o pezzo dopo pezzo tutto quello che era accaduto. Lo hanno fatto setacciand­o tutte le immagini delle videocamer­e di sorveglian­za presenti nei locali del Lungomare. E così hanno accertato che al ristorante «Mammina» erano seduti due ragazzi. Lei bionda e appariscen­te, lui con un cappello e vestito di nero. Erano lì a pranzare, nel tardo pomeriggio hanno salutato i camerieri e sono usciti per una passeggiat­a vicino al Castel dell’Ovo. Ma alle 19,30 sono stati nuovamente immortalat­i, questa volta da un’altra telecamera, quella del «Lounge bar Rose Clube», su via Chiatamone. Si vedono passeggiar­e lentamente e fermarsi davanti a due uomini. Erano i parcheggia­tori abusivi della zona, quelli che gestiscono gli affari dalle scalette fino alla pizzeria «Cantanapol­i». Tutto appartiene a loro, anche gli scooter. Ma quello di D’Orta non c’era più. Era un «Sh» 150 nuovo, intestato a sua madre per risparmiar­e sull’assicurazi­one, che era stato rubato poco prima, nonostante si fosse affidato alla sorveglian­za dei due abusivi. Le telecamere lo hanno immortalat­o anche quando con il cellulare ha chiamato un suo amico che da piazza Poderico all’Arenaccia, ha reperito la Fiat Panda del nonno e con un altro conoscente è andato a recuperare il 32enne che inviperito aspettava sul marciapied­e. I carabinier­i sono riusciti a risalire al

I video

È stato individuat­o grazie alle immagini delle telecamere di alcuni ritrovi

numero di targa dell’auto e al conducente. L’auto è arrivata sul posto alle 20,30 è ripartita ed è ritornata alle 20.59, posizionan­dosi al centro della carreggiat­a. D’Orta questa volta aveva una pistola: «Non ho capito più nulla e ho fatto fuoco perché mi sono sentito minacciato», ha detto al pm quando ha deciso di confessare. Ha anche detto di aver «comprato la pistola al mercatino del rione Luzzatti proprio la mattina dell’agguato. Anzi ha aggiunto - l’ho portata con me anche a pranzo», circostanz­a questa che gli investigat­ori ritengono poco credibile. C’è invece l’ipotesi che la pistola sia andata a recuperarl­a al centro storico, dopo una sosta testimonia­ta sia da lui che dal conducente dell’auto, nel negozio di parrucchie­re dove lavora con la sua compagna. «Sono ritornato perché i parcheggia­tori mi avevano detto che avevano ritrovato lo scooter ma quando sono arrivato non c’era nulla». Un movente banale ma che ha animato il 32enne che non ha esitato anche a colpire con il calcio della pistola uno dei due parcheggia­tori. «La mancanza di remore all’utilizzo dell’arma in un luogo del centro della città, senza alcuno scrupolo per il pubblico timore e il pericolo per tutti gli altri rende attuale il pericolo - scrive il gip motivando l’arresto - Un comportame­nto grave di una personalit­à certamente allarmante».

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 ??  ?? I blocchiLa sera dell’8 aprile scorso, dopo gli spari intorno al Chiatamone e il panico sul Lungomare, fu massiccio lo spiegament­o di forze dell’ordine
I blocchiLa sera dell’8 aprile scorso, dopo gli spari intorno al Chiatamone e il panico sul Lungomare, fu massiccio lo spiegament­o di forze dell’ordine
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