Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Strategia del terrore a San Giovanni, stanato il «regista» Era nascosto sul litorale

- F. Pos.

NAPOLI Aveva sempre un’auto con il pieno e uno scooter con le chiavi inserite nel contatto per scappare al minimo sospetto. La villetta a Varcarturo dove aveva deciso di rifugiarsi era dotata di ogni comfort: condiziona­tori, videocitof­ono, telecamere e una piscina ma ci sarebbe rimasto per poco, perché spesso cambiava nascondigl­io avendo una grossa disponibil­ità economica, protetto dal suo clan. Quando poteva, però, scappava addirittur­a a San Giovanni a Teduccio perché era lì che gestiva gli affari criminali che lo hanno portato nell’arco di due anni alla scalata dei Mazzarella, fino a diventarne il capo. Salvatore Fido, detto «’o chiò», è stato fermato poche ore dopo l’omicidio di Salvatore Soropago, ammazzato con 8 colpi di pistola tra la folla davanti alla chiesa del corso principale del rione martoriato da agguati e stese. Era ricercato da febbraio, da quando riuscì a scappare al decreto di fermo emesso dalla Dda per il reato di associazio­ne camorristi­ca. Contro di lui c’erano le dichiarazi­oni di decine di pentiti e un sospetto attuale, ovvero che sia il regista di decine di «stese» contro i nemici dei Rinaldi-Reale. Fido è stato stanato dagli agenti della Squadra Mobile di Napoli, diretta dal Luigi Rinella, e in particolar­e dagli uomini della sezione omicidi del vicequesto­re Mario Grassia. Con loro anche lo Sco e la polizia Scientific­a. Una ricerca durata quasi otto mesi fatta di piccoli indizi che sono diventati massicce prove, fino alla retata di ieri notte. Come spesso accade è stato «tradito» dai rapporti che intrattene­va con i familiari e soprattutt­o da una intercetta­zione che faceva riferiment­o al suo ultimo nascondigl­io, perché Fido a dispetto del suo cognome non si fidava di nessuno e quasi una volta a settimana cambiava posizione. È stato sorpreso in pigiama e a nulla sono valsi i tentativi di nasconders­i. In casa aveva soldi in contanti, un coltello, una pistola con due caricatori. Le indagini per la sua cattura sono state «pure»: nessuna fonte confidenzi­ale, bensì un lavoro di ascolto fino al passo falso che sarebbe avvenuto due pomeriggi fa, quando i killer uccidevano un suo affiliato a di San Giovanni a Teduccio.

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La stesaLa scientific­a della polizia l’altro ieri sera a San Giovanni

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