Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Rimpasto bis e deleghe ai consiglieri il sindaco frena, ipotesi posti nei Cda
L’idea di Nardi dalla Città metropolitana all’Abc con D’Angelo in corsa per la Mostra
NAPOLI Deleghe ai consiglieri come fossero piccoli assessori: fermi tutti, il sindaco ci ripensa. O, comunque, riflette. Quando tutto pareva deciso, tutto sembrava avviarsi verso «il secondo tempo del rimpasto con le deleghe da assegnare ad alcuni consiglieri», come lo aveva definito de Magistris, è arrivata la frenata. Troppe le controindicazioni, troppi i possibili problemi, formali e politici, a cui si andrebbe incontro. E troppe anche le teste da accontentare a fronte delle soluzioni percorribili.
Controllori e controllati Ecco perché al sindaco è stato suggerito di ripensarci. Perché avere consiglieri che, da norma, sono controllori, svolgere pure le funzioni anche di controllati, gestendo cioè delle deleghe, creerebbe imbarazzi. E anche qualche problema più serio. Inoltre, le deleghe di cui si parla sono tipica espressione dell’amministrazione: vigili urbani, traffico, trasporti. Eppoi cimiteri, turismo sono cose che se le amministrassero i consiglieri comunali svuoterebbero di contenuti l’azione della giunta e creerebbero ambiguità nell’aula di via Verdi; dove magari, il consigliere «x» si ritroverebbe a rispondere o a esprimere un parere in occasione del bilancio al consigliere «y».
Senza poteri reali Analogamente, fare come è stato fatto finora con ex consiglieri o persone esterne che gestiscono una singola delega in nome e per conto del Comune, soggetta comunque alla firma del sindaco, sarebbe un contentino formale senza alcun significato. Ecco perché il sindaco ci sta ripensando, immaginando altre camere di compensazione politica, cosa molto brutta da dire ma politicamente, purtroppo, troppo reale quando di mezzo c’è la politica e ci son i partiti che chiedono spazio.
Poltrone da manager
Quali? Le società partecipate. In questo caso, sia del Comune di Napoli che in Città metropolitana. Si dirà: ma, soprattutto per il Comune di Napoli, non ci sono Cda in scadenza. Vero. Ma è vero pure e questo è un altro elemento sui cui de Magistris riflette — se si è parte di un progetto, chi c’è in questo momento alla guida della partecipata «x» o« y», può, in nome di una squadra, farsi da parte. Facile a dirsi, certo. Ma questo è il
ragionamento che fa de Magistris.
Il posto conteso di Nardi
In tal senso, fa fede il caso di Alessandro Nardi: giovedì scorso, nell’incontro che l’attuale capo di gabinetto del sindaco in Città metropolitana, ha avuto con de Magistris, ci sono stati spunti per chiarirsi: a de Magistris non erano piaciute ventilate prove muscolari che Nardi, secondo molti, avrebbe potuto esercitare sul Consiglio comunale. Nardi ha invece ribadito la voglia di far parte di un progetto e di una squadra, ma anche di non essere disponibile a fare la parte dell’agnello sacrificale solo per lasciare la sua poltrona a Pietro Rinaldi (Dema), il quale ha rassegnato le dimissioni dal consiglio comunale — permettendo a Galiero di subentrare al suo posto nella Sinistra — formalmente senza dare spiegazioni: segno chiaro che attende una ricollocazione. E che questa ricollocazione, salvo sorprese, potrebbe essere proprio la poltrona di Nardi. Anche se ci sono problemi con la norma Madia sull’incompatibilità per i ruoli dirigenziali apicali e nelle partecipate per il biennio successivo alla fine del mandato dei consiglieri comunali.
Sacrificata la Chiodo?
Ecco allora il possibile, nuovo canovaccio: Sergio D’Angelo, capo di Gesco e nuovo alleato forte del sindaco, potrebbe dimettersi dall’Abc, dove fa il commissario, per diventare presidente della Mostra d’Oltremare lasciando libera la casella dell’Abc a Nardi. a quel punto, (l’unica) sacrificata sarebbe il presidente della Mostra, Donatella Chiodo. «Tutte le persone nelle partecipate fanno parte di un progetto e di una squadra. E se l’allenatore, cioè il sindaco, vuole fare una sostituzione, tutti devono essere pronti a fare un passo indietro e a lasciare libero il posto», dice chi è vicinissimo a Luigi de Magistris rivelando così lo spirito con cui si muove il sindaco, sia nei confronti dei partiti che lo sostengono in maggioranza sia verso i manager che ha collocato nei vari Cda.
Eppoi de Magistris sa bene che molti consiglieri, se si sciogliesse il Consiglio comunale, non verrebbero mai e poi mai rieletti. Ecco perché è deciso ad andare avanti a testa bassa sicuro di non essere defenestrato. Ne vedremo delle belle.