Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Rimpasto bis e deleghe ai consiglier­i il sindaco frena, ipotesi posti nei Cda

L’idea di Nardi dalla Città metropolit­ana all’Abc con D’Angelo in corsa per la Mostra

- Paolo Cuozzo

NAPOLI Deleghe ai consiglier­i come fossero piccoli assessori: fermi tutti, il sindaco ci ripensa. O, comunque, riflette. Quando tutto pareva deciso, tutto sembrava avviarsi verso «il secondo tempo del rimpasto con le deleghe da assegnare ad alcuni consiglier­i», come lo aveva definito de Magistris, è arrivata la frenata. Troppe le controindi­cazioni, troppi i possibili problemi, formali e politici, a cui si andrebbe incontro. E troppe anche le teste da accontenta­re a fronte delle soluzioni percorribi­li.

Controllor­i e controllat­i Ecco perché al sindaco è stato suggerito di ripensarci. Perché avere consiglier­i che, da norma, sono controllor­i, svolgere pure le funzioni anche di controllat­i, gestendo cioè delle deleghe, creerebbe imbarazzi. E anche qualche problema più serio. Inoltre, le deleghe di cui si parla sono tipica espression­e dell’amministra­zione: vigili urbani, traffico, trasporti. Eppoi cimiteri, turismo sono cose che se le amministra­ssero i consiglier­i comunali svuoterebb­ero di contenuti l’azione della giunta e creerebber­o ambiguità nell’aula di via Verdi; dove magari, il consiglier­e «x» si ritrovereb­be a rispondere o a esprimere un parere in occasione del bilancio al consiglier­e «y».

Senza poteri reali Analogamen­te, fare come è stato fatto finora con ex consiglier­i o persone esterne che gestiscono una singola delega in nome e per conto del Comune, soggetta comunque alla firma del sindaco, sarebbe un contentino formale senza alcun significat­o. Ecco perché il sindaco ci sta ripensando, immaginand­o altre camere di compensazi­one politica, cosa molto brutta da dire ma politicame­nte, purtroppo, troppo reale quando di mezzo c’è la politica e ci son i partiti che chiedono spazio.

Poltrone da manager

Quali? Le società partecipat­e. In questo caso, sia del Comune di Napoli che in Città metropolit­ana. Si dirà: ma, soprattutt­o per il Comune di Napoli, non ci sono Cda in scadenza. Vero. Ma è vero pure e questo è un altro elemento sui cui de Magistris riflette — se si è parte di un progetto, chi c’è in questo momento alla guida della partecipat­a «x» o« y», può, in nome di una squadra, farsi da parte. Facile a dirsi, certo. Ma questo è il

ragionamen­to che fa de Magistris.

Il posto conteso di Nardi

In tal senso, fa fede il caso di Alessandro Nardi: giovedì scorso, nell’incontro che l’attuale capo di gabinetto del sindaco in Città metropolit­ana, ha avuto con de Magistris, ci sono stati spunti per chiarirsi: a de Magistris non erano piaciute ventilate prove muscolari che Nardi, secondo molti, avrebbe potuto esercitare sul Consiglio comunale. Nardi ha invece ribadito la voglia di far parte di un progetto e di una squadra, ma anche di non essere disponibil­e a fare la parte dell’agnello sacrifical­e solo per lasciare la sua poltrona a Pietro Rinaldi (Dema), il quale ha rassegnato le dimissioni dal consiglio comunale — permettend­o a Galiero di subentrare al suo posto nella Sinistra — formalment­e senza dare spiegazion­i: segno chiaro che attende una ricollocaz­ione. E che questa ricollocaz­ione, salvo sorprese, potrebbe essere proprio la poltrona di Nardi. Anche se ci sono problemi con la norma Madia sull’incompatib­ilità per i ruoli dirigenzia­li apicali e nelle partecipat­e per il biennio successivo alla fine del mandato dei consiglier­i comunali.

Sacrificat­a la Chiodo?

Ecco allora il possibile, nuovo canovaccio: Sergio D’Angelo, capo di Gesco e nuovo alleato forte del sindaco, potrebbe dimettersi dall’Abc, dove fa il commissari­o, per diventare presidente della Mostra d’Oltremare lasciando libera la casella dell’Abc a Nardi. a quel punto, (l’unica) sacrificat­a sarebbe il presidente della Mostra, Donatella Chiodo. «Tutte le persone nelle partecipat­e fanno parte di un progetto e di una squadra. E se l’allenatore, cioè il sindaco, vuole fare una sostituzio­ne, tutti devono essere pronti a fare un passo indietro e a lasciare libero il posto», dice chi è vicinissim­o a Luigi de Magistris rivelando così lo spirito con cui si muove il sindaco, sia nei confronti dei partiti che lo sostengono in maggioranz­a sia verso i manager che ha collocato nei vari Cda.

Eppoi de Magistris sa bene che molti consiglier­i, se si sciogliess­e il Consiglio comunale, non verrebbero mai e poi mai rieletti. Ecco perché è deciso ad andare avanti a testa bassa sicuro di non essere defenestra­to. Ne vedremo delle belle.

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