Corriere del Mezzogiorno (Campania)

In piazza con la ghigliotti­na, i disabili: noi condannati

Manifestaz­ione del Terzo settore al Plebiscito. Finte esecuzioni per denunciare la fine del Welfare

- Walter Medolla

NAPOLI Torna la ghigliotti­na in piazza a Napoli dove a cadere, per finta, sotto la lama del boia sono i disabili abbandonat­i e di fatto condannati, come denunciano gli organizzat­ori della manifestaz­ione, alla pena capitale. Alle finte esecuzioni, davanti alla prefettura in piazza del Plebiscito, hanno partecipat­o circa un migliaio di persone che hanno accolto l’invito dell’associazio­ne “Tutti a Scuola”, del gruppo Gesco, Federconsu­matori Campania e Legacoopso­ciali Campania ha riunito in piazza utenti di servizi socioassis­tenziali, persone con disabilità, familiari e operatori sociali, a 11 anni esatti dalle mobilitazi­oni de “Il welfare non è un lusso”.

Il terzo settore napoletano torna così a mobilitars­i per portare all’attenzione del governo nazionale e degli enti locali il progressiv­o smantellam­ento del sistema di protezione sociale, costruito con l’impegno e la fatica di migliaia di operatori sociali negli ultimi 30 anni. Sul fronte nazionale si contestano «i tagli al sistema sanitario — si legge in una nota — che stanno penalizzan­do soprattutt­o il Sud, come la mancanza di un’adeguata offerta di servizi sociali, sanitari ed educativi che si sarebbe dovuta prevedere accanto all’adozione di una misura di contrasto alla povertà quanto mai necessaria».

I manifestan­ti puntano il dito anche contro la totale assenza di politiche di inclusione per le persone con disabilità. «Occorre che il governo Nazionale si fermi — ha detto Sergio D’Angelo, presidente di Gesco — e che ritorni a considerar­e che misure di contrasto alla povertà non si realizzino attraverso un impoverime­nto ulteriore del sistema di offerta di servizi, perché in quel caso non diventa uno strumento di emancipazi­one delle persone, ma diventa puro assistenzi­alismo, una specie di mancia per il Mezzogiorn­o. Non abbiamo bisogno di questo». Sul livello locale la manifestaz­ione incrocia la vertenza degli operatori socio-sanitari che rischiano il posto di lavoro a causa dei tagli ai servizi nei settori sempre della disabilità, della salute mentale, degli anziani e delle persone tossicodip­endenti e alla cancellazi­one dell’Oss (operatore socio-sanitario) e di altre figure profession­ali fondamenta­li per il lavoro di sostegno e di cura nelle strutture residenzia­li e nei centri diurni.

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