Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Zurzolo, M’Barka e Donadio Racconti inediti tra note e parole

- Di Natascia Festa

Per Marco Zurzolo, sassofonis­ta e autore della colonna sonora dei Bastardi di Pizzofalco­ne, CasaCorrie­re allo Studio Keller di via Foria, è due volte «casa». Il musicista, con Cristina Donadio e M’Barka Ben Taleb, è uno dei tre ospiti del côté artistico della rassegna del Corriere del Mezzogiorn­o che sceglie sempre, oltre alle parole, altri linguaggi dell’arte per raccontare la città.

«Sì, per me CasaCorrie­re in via Foria è due volte casa perché abito nei pressi e ho creato dal nulla un teatro, la Ztl, proprio in via Piazzi, la traversa che s’apre di fronte a Palazzo Ruffo di Castelcica­la. Si tratta di un luogo storico di per sé, ma anche perché ospita il più grande musicista del nostro Novecento, per la verità un po’ abbandonat­o. Parlo del maestro Roberto De Simone. Via Foria è diventato un punto di rifermento per la musica. Noi facciamo un intenso lavoro sul territorio e cerchiamo di offrire ai ragazzini, anche a quelli che non possono pagare i corsi, un’alternativ­a formativa alla strada. È un posto che lavora dal mattino a sera».

Due volte casa anche perché Studio Keller è stato location dei Bastardi e lei hai composto la bella colonna sonora della seconda serie. «E, aggiungo, anche casa mia, nella storia Souvenir, è stata scenario di alcune scene della fiction». Che traccia ha seguito per comporre le musiche? «Innanzitut­to ho letto i romanzi e poi ho passato sei mesi a parlare e riparlare con il regista Alessandro D’Alatri di come raccontare Napoli senza cadere nei cliché, una città che mantenesse la sua identità ma parlando al mondo. Così il Vesuvio più del mare è diventato l’elemento connotante ed è nata la musica che è, a suo modo, un altro “bastardo”. Ogni personaggi­o ha la sua traccia. Quando si sente l’oboe sai che sta per apparire Lojacono. Anche la sigla è innovativa pur conservand­o elementi molto napoletani come il pianino». Femminile e da un altrove è la Napoli cantata da M’ Barka Ben Taleb — sarà accompagna­ta da Raffaele Vitiello — che dalla sua Tunisia ha scelto di vivere a corso Umberto: «Per me è una città universale e mediterran­ea, fatta di passione, amore e generosità. Uno dei pochi luoghi ancora senza frontiere e pregiudizi. Napoli è il mondo e la storia, tanto bella da esserne penalizzat­a a causa dell’invidia che suscita. Sono orgogliosa di porter portare il mio contributo alla sua narrazione».

Un po’ «bastarda» è anche la Scianel di Gomorra, la sempre più brava Cristina Donadio che farà un doppio regalo alla community. «Onorando il tema letture e letteratur­e — anticipa — leggerò un racconto di Manlio Santanelli rimasto inedito fino a quando il drammaturg­o non l’ha concesso proprio al Corriere. Lo lessi in treno e ne rimasi folgorata. Gli telefonai e gli dissi: alla prossima occasione vorrò leggerlo. Ed ecco la migliore: CasaCorrie­re». Il racconto parla dell’invenzione del tempo a Napoli. «La genialità sta nella domanda che l’autore si pone come presuppost­o: perché la città sta semp’ aret’? Perché tiene il karma del ritardo? E ha un’intuizione. Al tempo in cui non c’erano ancora gli orologi i ricchi misuravano le ore con le meridiane, i poveri con lo stomaco, ma non bastava. Questi ultimi andarono da San Gennaro che, pure un po’ scocciato, propose una clessidra, che però costava. La sostituì con una macchinett­a del caffè, simile per forma e funzioname­nto. Fin qua ci siamo. Il problema, però, erano le variabili: quanto caffè e quanta acqua mettere per capire il tempo. Così ogni volta si perdevano dieci minuti che moltiplica­to per le ore, i giorni, i mesi, gli anni è diventato il ritardo di Napoli. Ed è vero: tutti noi abbiamo i nostri dieci minuti karmici di ritardo su qualcosa. Per noi il tempo non è un confine, ma sconfinato: siamo debordanti perché è tutto più o meno, ci vediamo verso...».

Via Foria

Nella città poco nota, alla scoperta delle nuove energie per lo sviluppo del territorio

L’attrice

Leggerò un racconto di Manlio Santanelli rimasto inedito fino a quando il drammaturg­o non l’ha concesso proprio al Corriere. Lo lessi in treno e ne rimasi folgorata. Gli telefonai...

Il musicista

La location per me è due volte casa perché abito nei pressi e lì ho creato dal nulla la Ztl, proprio in via Piazzi, la traversa che s’apre di fronte al Palazzo dove vive il maestro De Simone

La cantante

Per me questa è una città universale e mediterran­ea, fatta di passione, amore e generosità. Uno dei pochi luoghi ancora senza frontiere e pregiudizi. Napoli è il mondo

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