Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Salvini risponde ai parroci Un incontro sulle periferie
La lettera di 28 preti di frontiera inviata al ministro dell’Interno: «Vogliamo sicurezza»
NAPOLI I parroci delle periferie chiamano, il ministro dell’Interno Matteo Salvini risponde. Dopo l’appello lanciato ieri, attraverso il Corriere del Mezzogiorno da ventotto sacerdoti della periferia orientale di Napoli, per chiedere una maggiore sicurezza sul territorio, la segreteria del ministro ha contattato ieri il decano della zona, don Federico Saporito, per comunicargli che nelle prossime settimane ha intenzione di incontrare lui e gli altri sacerdoti firmatari.
L’appello è contenuto in una lettera che i preti, coordinati dal decano don Federico Saporito, hanno scritto e indirizzato a Salvini, al sindaco de Magistris e al prefetto Pagano, per denunciare la violenza e il degrado della periferia est. Don Federico, sacerdote cinquantenne, con le idee chiare, parroco a Volla, ma nativo di Ponticelli, che conosce bene il suo decanato, spiega: «A Salvini chiediamo sicurezza, le nostre strade sono dominate da stese, sparatorie, omicidi, abbiamo bisogno di più poliziotti, più pattuglie, un maggiore controllo del territorio. In giro ci sono una o due auto della polizia. Se una pattuglia sta a Barra, non può stare a Ponticelli o a San Giovanni. Se chiami i carabinieri da Volla devono venire da Torre del Greco…».
Don Federico è un uomo di fede e quindi non perde la speranza, racconta che la lettera è stata scritta anche per dare coraggio e fiducia alla gente del posto, ormai sempre più rassegnata. All’assemblea decanale, durante la quale è stata presentata, c’era tanta gente, tutti hanno applaudito al momento della firma, poi precisa: «Noi non abbiamo uno spirito contro, ci interessa coinvolgere le coscienze dei nostri fedeli e poi vogliamo accendere i riflettori affinché coloro che hanno gli strumenti, possano mettere insieme tutte le forze per un’azione politica di sviluppo completa, magari pensata da qui a dieci anni, non un intervento sporadico o piovuto dall’alto».
Il decanato è in pratica la VI municipalità di Napoli che comprende Ponticelli (60.000 abitanti), Barra (37.000), San Giovanni (24.000), più i comuni della cinta vesuviana: Cercola (18.000), Massa di Somma (5.500) Pollena (13.000) Volla (24.000).
«Un territorio vasto e complesso — commenta il decano — dove non è facile fare rete, i soggetti di volontariato puro sono pochi, molti legati a diverse parti politiche e quindi ognuno lavora per conto proprio».
Quartieri dove mancano i servizi essenziali: «Qui non vediamo vigili urbani, né eventi culturali, la gente non esce volentieri per strada perché ha paura, non si riappropria del territorio, non lo vive, solo in occasione delle feste patronali, che qua hanno un’antica tradizione, le strade si popolano, si vede che le persone hanno voglia di vivere il quartiere ma per paura non lo fanno».
Nel frattempo il decano si è mosso anche sul fronte regionale, chiedendo ed ottenendo dall’assessore regionale Fortini un tavolo di confronto su temi importanti: scuola e territorio, con la possibilità di tenere gli edifici scolastici aperti il pomeriggio e la realizzazione di una scuola di arti e mestieri in sinergia con artigianato, industria e commercio. Per il momento è nato un confronto e un incontro. Ma è già qualcosa.
«Noi non ci arrendiamo e lo abbiamo detto nella lettera che vogliamo metterci la faccia — spiega — però spesso le istituzioni ci dicono che l’impegno deve partire dal territorio, io credo che questo non possa bastare, spetta anche alle istituzioni cercare sul campo i soggetti giusti per azioni concrete e reali, siamo tra le zone a più alto tasso di evasione scolastica, le mamme preferiscono portare i figli altrove, che cosa stiamo aspettando?».
Nei prossimi giorni la lettera sarà diffusa in tutte le zone, attraverso le messe, gli incontri degli operatori, i vari momenti di aggregazione, per le strade. Perché non si dimentichi che i destinatari sono istituzioni e cittadini, per una presa di coscienza che possa toccare tutti, nessuno escluso.