Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Palazzo Ruffo gremito Napoli raccontata sul set dei «Bastardi»
Raccontare chi racconta Napoli in due ore. Sfida vinta per CasaCorriere che ha aperto alla sua affollatissima community le porte di Studio Keller, un tempo appartamento della principessa a Palazzo Ruffo di Castelcicala dei principi di Sant’Elia, poi set per la fiction I Bastardi di Pizzofalcone.
La sfida di raccontare Napoli, città-racconto, e chi riesce a narrarla. CasaCorriere l’ha vinta con un macht verbale ad altissimo tasso di creatività e sinapsi che ha avuto come location una di quelle magnifiche dimore che si nascondono dietro le facciate di una via poco glamour, come via Foria ma che ha guadagnato la ribalta della prima serata su Rai Uno nella serie Bastardi di Pizzofalcone.
Le note del sax di Marco Zurzolo, direttamente dalla colonna sonora della fiction da record, hanno dato avvio al quarto incontro nella casa-studio Keller, a Palazzo Ruffo di Castelcicala dei principi di Sant’Elia. Il direttore Enzo d’Errico, dopo aver dato il benvenuto alla community, introduce il tema: Napoli, letture e letterature. Nel salotto ritrovato Paolo Ratti, responsabile Edizioni Locali del Corriere della Sera e tanti ospiti (da richiedere un doppia sala) e gli scrittori che firmano per il
ICorriere del Mezzogiorno. Vladimiro Bottone, che ogni domenica da più di tre anni pubblica un racconto inedito, confessa: «Uso le donne per raccontare Napoli, Napoli per raccontare le donne, entrambe per capire me».
Se l’«appartamento della principessa» dove era assiepato il folto pubblico non fosse stato recuperato da Antonio G. Martiniello, padrone di casa, sarebbe ancora un deposito. «Sono un emigrante» ha raccontato «da Cimitile a Napoli e da qui in Austria dove avevo studio in una cantina, Keller appunto». Si ritiene spurio tra gli scrittori, ma non è così, Antonio Polito, vicedirettore del Corriere della sera «interrogato» sulle sue «Prove tecniche di resurrezione» (Marsilio) appena uscito e già alle seconda edizione. «Ho deciso di raccontare questa storia perché, come tanti, mi sono trovato a un giro di boa: ti accorgi all’improvviso che quella sensa- zione di infinitezza che hai provato fino a quell’istante è fallace, sei finito anche se non ancora del tutto. Per questo ho pensato a una resurrezione in vita...».
Il talk di CasaCorriere si arricchisce della voce di Paolo Repetti, fondatore e direttore di Stile Libero Einaudi. «Quando era ancora vivo, dicevamo a Giulio Einaudi: ti portiamo un po’ la peste, riferendoci ai giovani. Lello Arena venne da noi a proporci un libro sui testi della Smorfia. Vennero fuori nove pagine, Troisi era più pause e gesti che parole, lo sapete. Così facemmo la videocassetta. E fu un successo». CasaCorriere puntella di arte i suoi interventi, così Cristina Donadio legge per la prima volta un racconto di Manlio Santanelli (che è tra il pubblico), inedito fino a quando non lo ha pubblicato questo giornale. Da una penna classe 1938 a quelle giovani della pattuglia del Corriere.
D’Errico e Mirella Armiero intervistano Viola Ardone («scrivere di Napoli e come una partita a tennis»), Massimiliano Virgilio («il nostro punto di orgoglio è essere sempre pronti»), Peppe Fiore («ho passato la vita a fuggire dalla mia città») Stefano Piedimonte («fare la cronaca nera a Napoli è stata una palestra fondamentale») Marco Marsullo («per me la letteratura è un’ossessione»), Angelo Petrella («un napoletano scrive per atto di responsabilità»). Postille di Giovanna Mozzillo e dello stesso Santanelli. Jam session finale con la potenza di M’Barca Ben Taleb, che impasta napoletano e arabo, Marco Zurzolo, e Donadio e Maurizio de Giovanni che «jazzano» parole.