Corriere del Mezzogiorno (Campania)
MALDESTRO «AUTOBIOGRAFIA IN NOTE»
Esce oggi «Mia madre odia tutti gli uomini», anticipato dal singolo «Spine» Il cantautore: «Sapevo che prima avrei fermato un pezzo della mia vita Nuda e cruda, tenera e violenta, persino dannata. Devo tutto alla mamma»
Amato dalla critica specializzata, nonostante la sua giovane età, Maldestro ha già vinto il Premio Ciampi, il De André, lo Jannacci, il Premio della Critica del Festival della canzone italiana Mia Martini con il brano «Canzone per Federica», il Lunezia, l’Assomusica.
Ora torna con un nuovo disco, il suo terzo in studio, in uscita oggi dal titolo «Mia madre odia tutti gli uomini» (Area Live-Warner), anticipato il 21 settembre dal singolo «Spine».
«È stato naturale scrivere questo disco, sapevo che prima o poi sarebbe accaduto, che avrei fermato da qualche parte un pezzo della mia vita. Nuda e cruda, tenera e violenta, persino dannata a volte. Averla vinta sul dolore non serve a niente se prima non lo comprendi, è solo un vuoto a perdere. Con il dolore bisogna cooperare, solo in questo modo la ricerca della felicita non porta stanchezza. Questo è un disco che mi toglie l’armatura e quindi, libero di amare: non mi nascondo più dietro le storie degli altri».
In questo suo album, prodotto da Toketo Gohara (già con Capossela, Brunori, Pagani, Negramaro, Marta sui Tubi…), l’esperienza, dapprima intima e solitaria, diviene racconto di vita attraverso dieci brani in cui l’artista si mette a nudo. In «Mia madre odia tutti gli uomini», dove la poetica di Ivano Fossati sembra strizzare l’occhio al blues mediterraneo di Pino Daniele e che vede anche la partecipazione al sax di un monumento del sound di Napoli James Senese, infatti, il cantautore trentatreenne ha scelto di raccontare una parte della sua vita, come un flusso di coscienza rimandato da uno specchio.
Dieci storie che prendono per mano e ci portano nel mondo di Antonio, un giovane che un giorno decise di sotterrare un cognome «scomodo» per abbeverarsi nell’arte e nella poetica diventando Maldestro. Dieci canzoni senza alcuna riserva che ci consegnano uno degli autori più completi degli ultimi anni e un messaggio: il dolore solo se accettato può diventare fonte di positività. «Sono cresciuto con mia madre Miche- la, cieca da quando sono nato che mi ha insegnato a guardare le cose in maniera diversa, con la fantasia, ad andar oltre un semplice sguardo. A mia madre devo tutto… lei mi ha portato lontano, ha seguito la mia crescita passandomi le mani sul viso. I suoi sacrifici per me sono un dono prezioso, esempio di vita e di virtù».