Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Chiesa utilizzata per la festa di Halloween
NAPOLI Una festa di Halloween nella chiesa di San Gennaro all’Olmo, nel cuore del Centro storico di Napoli. Si è tenuta lo scorso 31 ottobre, nel giorno che la Chiesa dedica tradizionalmente alla vigilia di Ognissanti. Un party a pagamento in pieno stile horror con ragazzi e ragazze in abbigliamento satanico che ballavano tra balaustre di marmo, altari e tempietti, momento clou della serata: l’impiccagione con boia in maschera. Il tutto documentato da foto apparse sui social. Certamente una festa non consona al luogo, né per l’importanza storica della chiesa, fondata nel VI secolo, contenenti le spoglie mortali del padre di Giambattista Vico, né in linea con la festa di Halloween, da sempre considerata l’antitesi della festa cristiana di tutti i santi. S. Gennaro all’Olmo è stata affidata dalla diocesi di Napoli, che ne è proprietaria, alla Fondazione Giambattista Vico per attività culturali. Una condizione ovviamente inderogabile. Sta di fatto che il tempio è stato concesso, pare, in maniera poco oculata da chi invece era tenuto a controllare chi e cosa stesse succedendo in un luogo di culto durante la notte delle streghe. «Una scelta da stigmatizzare senz’altro – sottolinea padre Eduardo Parlato, direttore dell’ufficio dei Beni culturali della Curia di Napoli – che impone di avviare le procedure per ritirare la concessione». Interviene anche il Comitato di Portosalvo che sollecita un immediato segnale della Curia per la revoca del comodato d’uso. San Gennaro all’Olmo, fino a dieci anni fa versava in condizioni di totale abbandono. Da quando è stata rilevata da Vincenzo Pepe, presidente della Fondazione Vico, è stata messa a nuovo. Ed in effetti è grazie al comodato d’uso gratuito e al bando della Diocesi di Napoli, che è possibile rilevare le chiese non utilizzate ed utilizzarle per finalità sociali o culturali. Di esempi riusciti se ne potrebbero citare tanti, come San Potito gestita dall’associazione «Ad alta voce» del maestro Carlo Morelli, la chiesa della Pietà dei Turchini o ancora S. Maria Maggiore data all’Ordine degli Ingegneri. Era all’oscuro di tutto il cardinale Sepe che ora come minimo attende le scuse del responsabile della Fondazione Vico, prima di decidere se revocare il comodato d’uso.