Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Salvini ai parroci: tornerò con misure adatte per Napoli
Dopo la lettera-appello il ministro promette a don Federico: «Dalle parole ai fatti»
«Anche a Napoli vogliamo passare dalle parole ai fatti e intendo dimostrarlo. Tornerò, ma portando dei risultati». Il ministro dell’Interno Matteo Salvini dopo la denuncia del Corriere del Mezzogiorno ha telefonato a don Federico Saporito, il decano dei parroci di Napoli est che pochi giorni fa ha inviato una lettera-appello al responsabile del Viminale per denunciare il degrado sociale e l’abbandono del territorio. Salvini ha confermato che presto sarà in città (ufficializzerà la data all’inizio della prossima settimana) auspicando, come già aveva fatto in occasione della visita in prefettura del 2 ottobre scorso di poter incontrare alcuni religiosi che combattono la criminalità nei quartieri a rischio di Napoli est.
NAPOLI «Anche a Napoli vogliamo passare dalle parole ai fatti e intendo dimostrarlo. Tornerò, ma portando dei risultati». Il ministro dell’Interno Matteo Salvini ha telefonato a don Federico Saporito, il decano dei parroci della zona est di Napoli che pochi giorni fa ha inviato una lettera-appello al responsabile del Viminale per denunciare il degrado sociale e l’abbandono del territorio.
Salvini ha confermato che presto sarà in città (ufficializzerà la data all’inizio della prossima settimana) auspicando, come già aveva fatto in occasione della visita in prefettura del 2 ottobre scorso, quando partecipò alla riunione del comitato per l’ordine e la sicurezza, di poter incontrare alcuni religiosi che combattono in prima linea contro la deriva sociale e criminale. Il ministro — confermano i suoi collaboratori — ha seguito con interesse la situazione di Napoli: «Voglio tornare in città — ha detto — ma con qualcosa di concreto». Dal Viminale fanno intendere che sarà presentato un pacchetto di misure ad hoc per il capoluogo campano e non solo. Sarà l’occasione per illustrare alcune novità del decreto sicurezza che potranno comportare «condizioni vantaggiose» per Napoli. Misure che erano state concordate nella riunione in prefettura: si tratta di provvedimenti per semplificare le procedure burocratiche e rendere più efficaci gli interventi di legalità, a partire dagli sgomberi, fino al miglioramento della videosorveglianza (il decreto prevede un piano straordinario in tutto il paese).
«Finalmente ho ricevuto il piacere di essere ascoltato — ha commentato don Federico Saporito al termine della conversazione telefonica — con l’auspicio che venga avviato un serio e concreto cambiamento di rotta rispetto a quanto abbiamo assistito finora. Salvini mi ha detto di essere rimasto colpito dal tono della lettera che gli abbiamo inviato. Ora tutti noi parroci ci riuniremo e concorderemo delle proposte operative, affinché l’incontro con il responsabile del Viminale lasci qualcosa di duraturo, in grado di sostenere un vero processo di risanamento. Le nostre priorità restano quelle di una riflessione approfondita sulle periferie, di una azione strategica per garantire sicurezza nei quartieri e per attuare interventi preventivi. Insomma — conclude il decano dei parroci dell’area orientale — noi preti vorremmo tornare a fare soltanto i preti e questo ruolo che ci espone all’interlocuzione politica appartiene ad una fase di emergenza che, speriamo, possa durare poco tempo. Ora le scelte politiche tornino ad essere assunte dai politici».
I ventotto sacerdoti di frontiera nel loro appello, inviato anche al prefetto di Napoli, Carmela Pagano, al sindaco Luigi de Magistris, ai primi cittadini di Massa di Somma, Volla, Cercola, Pollena e al presidente della VI Municipalità, hanno illustrato le disastrate condizioni dei loro quartieri.
«Nel nostro territorio una cosa più grave della violenza è il degrado, il letto nel quale il fiume della malavita scorre tranquillamente invadendo le nostre strade – si legge nella lettera — mentre la violenza ha i suoi fautori (malavitosi, violenti, balordi, arroganti), il degrado è conseguenza di un abbandono sistematico da parte degli uomini di potere, delle politiche miopi o cieche, dell’assenza reiterata di interventi per riorientare le tendenze negative e guidare la popolazione». I parroci hanno denunciato abbandono e solitudine: «Tutti — hanno scritto — si sono abituati alla solitudine istituzionale: i cittadini onesti, i piccoli, gli anziani, gli intellettuali. Al degrado e alla rassegnazione si aggiunge poi la paura: il sentimento che paralizza, che non rende possibile alcuna reazione per uscire dall’oppressione o dalla condizione di malessere. Dobbiamo uscire dalla solitudine imparando a fare rete, a partecipare alle iniziative promosse sul territorio, per denunciare il degrado e la violenza, appoggiandoci gli uni agli altri».
Il grido di dolore
I ventotto pastori avevano lamentato degrado e assenza di sicurezza