Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Un partito di Bassolino
Caro direttore, poche righe per esprimere la mia ammirazione per l’articolo di Eduardo Cicelyn.
Articolo volto a spingere Antonio Bassolino a tornare nell’agone politico napoletano con una formazione propria distaccandosi dal Pd e, ovviamente, senza avvicinarsi a quei morti viventi che sono «Liberi ed Eguali».
Eduardo è stato incisivo e geniale, e ha fatto seguito al tuo bel fondo relativo alle diciotto assoluzioni-diciotto che Bassolino ha conseguito in processi forse anche strumentalmente mossi contro di lui. Non occupo molto spazio per non ripetermi. Ho fatto l’attivista quando si trattava di tentare di far vincere le primarie e portare Bassolino candidato sindaco di Napoli contro de Magistris. Anch’io gli avevo consigliato una lista propria, ed egli continuava a credere che il Pd, del quale era stato tra i fondatori, potesse essere leale, oltre che guardare alla propria politica.
Ho scritto ripetutamente che le primarie Bassolino le ha perse (se davvero le ha perse) perché, politicamente obnubilato, Renzi preferiva che il Pd fosse sconfitto alle elezioni a Napoli con una debolissima Valeria Valente (che Bassolino s’era allevata: una delle sue colpe!) piuttosto che vincesse con un politico autorevole che gli avrebbe creato difficoltà nella sua satrapia e nella sua mania di grandezza. È andata com’è andata, Renzi s’è distrutto da solo – ed è stato, alla fine, un male per tutti – e noi ci troviamo il falso Masaniello e vero demagogo a sindaco. C’è ancora qualche speranza per le prossime elezioni comunali? Cicelyn ce la suggerisce. Prenderlo in giro non serve a nulla. Dobbiamo incominciare a ridiscutere di politica; Bassolino e De Luca, che sono i due nostri politici di livello, debbono superare le incomprensioni che si sostiene abbiano e cooperare per salvare il salvabile: ch’è poco, pochissimo. A Napoli nel quarto mondo ci siamo già; ma il precipizio può esser senza fine.