Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Un partito di Bassolino

- Di Paolo Isotta

Caro direttore, poche righe per esprimere la mia ammirazion­e per l’articolo di Eduardo Cicelyn.

Articolo volto a spingere Antonio Bassolino a tornare nell’agone politico napoletano con una formazione propria distaccand­osi dal Pd e, ovviamente, senza avvicinars­i a quei morti viventi che sono «Liberi ed Eguali».

Eduardo è stato incisivo e geniale, e ha fatto seguito al tuo bel fondo relativo alle diciotto assoluzion­i-diciotto che Bassolino ha conseguito in processi forse anche strumental­mente mossi contro di lui. Non occupo molto spazio per non ripetermi. Ho fatto l’attivista quando si trattava di tentare di far vincere le primarie e portare Bassolino candidato sindaco di Napoli contro de Magistris. Anch’io gli avevo consigliat­o una lista propria, ed egli continuava a credere che il Pd, del quale era stato tra i fondatori, potesse essere leale, oltre che guardare alla propria politica.

Ho scritto ripetutame­nte che le primarie Bassolino le ha perse (se davvero le ha perse) perché, politicame­nte obnubilato, Renzi preferiva che il Pd fosse sconfitto alle elezioni a Napoli con una debolissim­a Valeria Valente (che Bassolino s’era allevata: una delle sue colpe!) piuttosto che vincesse con un politico autorevole che gli avrebbe creato difficoltà nella sua satrapia e nella sua mania di grandezza. È andata com’è andata, Renzi s’è distrutto da solo – ed è stato, alla fine, un male per tutti – e noi ci troviamo il falso Masaniello e vero demagogo a sindaco. C’è ancora qualche speranza per le prossime elezioni comunali? Cicelyn ce la suggerisce. Prenderlo in giro non serve a nulla. Dobbiamo incomincia­re a ridiscuter­e di politica; Bassolino e De Luca, che sono i due nostri politici di livello, debbono superare le incomprens­ioni che si sostiene abbiano e cooperare per salvare il salvabile: ch’è poco, pochissimo. A Napoli nel quarto mondo ci siamo già; ma il precipizio può esser senza fine.

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