Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Frisio, la discesa verso Donn’Anna

- di Italo Ferraro

Lo studio delle proprietà nella collina di Posillipo dimostra che, come si vede per le proprietà degli Agostinian­i di Villanova, esse arrivavano dall’alto fino al mare; le relative concession­i riguardaro­no quella che oggi è la villa Pavoncelli, l’edificio delle Scuole Pie e altri piccoli fabbricati nel tratto tra l’Ospizio Marino e palazzo Donn’Anna.

Tra villa Pavoncelli e l’Ospizio uno spacco conserva la memoria di una discesa che da Villanova conduceva al mare, prima che, circa il 1809, fosse progettata la nuova strada di Posillipo per volere di Gioacchino Murat. Nell’800 la discesa passava in alto per la villa di Carelli; questi, dopo l’abolizione degli ordini religiosi aveva comprato tutta l’area fino al mare compresa una spiaggia tra Donn’Anna e Pavoncelli: ancora oggi nella questione legale riguardant­e la casa ed il giardino Romeo, compare il nome di Carelli.

La spiaggia sotto gli edifici ha sempre avuto un riferiment­o a Frisio, lo scoglio sul quale sarebbe stata costruita la casa di Frisio prima di villa Pavoncelli, ed era nota per le sue osterie. Spiaggia di pescatori e di bagnanti si è evoluta in un luogo cinto da antichi fabbricati carichi di storia, in cui i napoletani godono il mare.

Ne viene fuori un paesaggio reale e realistico per Napoli, di «miscela dell’alta e bassa gente», separato in due parti dall’innaturale giardino Romeo. Tant’è, tra le tante virtù dei napoletani, v’è quella di rimontare il paesaggio a forma del desiderio e, per ora, le parti che resistono, restituisc­ono la fusione tra l’erosione di Donn’Anna, i pontili del lido Sirena, la spiaggia larga sotto gli antichi muri dell’Ospizio, la scogliera, le basse terrazze di villa Pavoncelli: e l’antico spacco, memoria di un tempo che rendeva vicine terre che oggi appaiono persino altrove.

Ciò che rimonta il paesaggio è comunque sempre la gente che prende il bagno. Mi sembra che non capiamo mai tanto bene l’architettu­ra della città come quando essa si esprime come luogo scelto da uomini per realizzare scopi, e desideri; ed il paesaggio si riaggrega in forma nuova, mandando a braccetto il segno e l’avveniment­o.

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