Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Lacrime per il vicebrigad­iere «Il suo un eroismo quotidiano»

Governo e Regione ai funerali di Stato per il carabinier­e morto in un inseguimen­to

- T. B.

NAPOLI Lacrime e applausi nella chiesa dello Spirito Santo di Piana di Monte Verna per i funerali di Stato del vicebrigad­iere dell’Arma Emanuele Reali, morto a Caserta martedì sera, travolto e ucciso da un treno mentre inseguiva un ladro. Erano presenti autorità civili e militari, tra cui il ministro della Difesa, Elisabetta Trenta, il comandante generale dell’Arma, Giovanni Nistri, il procurator­e generale, Luigi Riello, il governator­e Vincenzo De Luca; in prima fila i familiari del 34enne, papà Vittorio e mamma Tina, la sorella Debora e la moglie Matilde. Tanti i carabinier­i in divisa e borghese, commossi fino alla lacrime.

La cerimonia funebre è stata officiata da monsignor Santo Marcianò, ordinario militare: «Siamo sconvolti e straziati — ha detto nell’omelia — nel vedere la vita di Emanuele distrutta in un istante, per un gesto eroico ma che ha una terribile sproporzio­ne, e sappiamo che la sua vita vale più, infinitame­nte più del motivo che ne ha provocato la morte». Marcianò ha anche sottolinea­to il suo «amore traboccant­e, eccessivo, sproporzio­nato»: «Il gesto di Emanuele si spiega e ci spiega la sua vita di carabinier­e, infiammata del desiderio di fare bella la casa del mondo. Questa limpida testimonia­nza si unisce alle tante testimonia­nze di eroicità quotidiana, che non balzano agli onori delle cronache e non fanno notizia, disseminat­e nella storia della famiglia dell’Arma dei Carabinier­i: è lo scandalo che fa notizia, non l’amore; nelle tante vite lì consumate per amore e talora persino nella santità, come quella di Salvo D’Acquisto e di tanti altri».

Lo zio di Emanuele ha chiesto che «l’Arma supporti moralmente ed economicam­ente Matilde e le figlie»; il generale Nistri ha assicurato, rivolgendo­si alla moglie del vicebrigad­iere, che «l’Arma non vi lascerà mai soli, siamo qui e lo saremo sempre per te e le tue figlie Paola e Giorgia»; ha poi parlato di «Lele» (così veniva chiamato Emanuele, ndr) come di «un uomo riservato, serio, umile e generoso, che aveva già ottenuto tre encomi per l’attività investigat­iva svolta; era carabinier­e ma anche uomo vero». Un lungo applauso ha salutato il feretro mentre lasciava la chiesa.

La tragica morte del sottuffici­ale ha segnato profondame­nte i cittadini di Caserta, molti dei quali lo conoscevan­o personalme­nte; ieri pomeriggio qualcuno ha lasciato un mazzo di rose davanti alla sede del comando provincial­e in via Laviano. Il vice brigadiere, dopo avere scavalcato il muretto della ferrovia, stava inseguendo un ladro di appartamen­ti quando è scivolato sul binario bagnato dalla pioggia. Proprio in quel momento sopraggiun­geva un treno locale, il cui macchinist­a non è riuscito a evitare il tragico impatto. Reali è morto sotto gli occhi del collega che era di pattuglia con lui.

L’ordinario militare «Un amore smisurato, il gesto di Emanuele ci spiega la sua voglia di fare bello il mondo»

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Nel Casertano Due momenti del rito funebre a Piana di Monteverna

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