Corriere del Mezzogiorno (Campania)
LENGYEL, UN GIOIELLINO RIPESCATO
«Beniamino o le cose dell’altro mondo» di Melchior Lengyel è un gioiellino ripescato dal dimenticatoio, grazie all’attenzione e alla sensibilità della regista napoletana Nina Di Majo, autrice di commedie graffianti sulla vuota ritualità borghese dei nostri tempi. Il volumetto edito da Aracne è stato adattato e curato dalla cineasta che si è lasciata affascinare dall’irriverente penna del commediografo ungherese sbarcato a Hollywood. Lengyel raggiunse la fama collaborando con nomi del calibro di Ernest Lubitsch e dipingendo, attraverso dialoghi brillanti, vizi e virtù di una classe in piena (e talvolta arrogante) espansione sociale. Ma con umorismo e ironia, l’autore lasciava trapelare i suoi sentimenti antinazisti e la profondità di un lavoro che non era mai solo descrittivo, bensì analitico e ficcante. Tra l’altro, Lengyel ha un forte rapporto con Napoli, ma poco conosciuto. Sua figlia Annie ha sposato il meridionalista Manlio Rossi Doria, padre a sua volta di Marco, scrittore, politico e maestro di strada. Nella nota iniziale, Nina Di Majo rivela il proprio legame con la famiglia Rossi Doria: amica di Marco, ha incontrato diverse volte la madre Annie. «Mi ricordava miss Marple, l’insuperabile personaggio di Agatha Cristie, così umana e affascinante». Una frequentazione che ha dato i suoi frutti: la futura regista napoletana si incuriosisce e approfondisce l’opera di Lengyel, innamorandosene. Quindi decide di intraprendere la strada del cinema. Dunque, il libretto è un doveroso omaggio nonché una chicca per appassionati. La commedia ricostruisce l’amore nascente tra la smaliziata divorziata Ginetta e il timoroso Valy, che si innamora della donna dopo una lunga amicizia, solo perché la vede assediata da Beniamino, deus ex machina della storia, evocato solo in assenza, dolce rubacuori o spregevole seduttore non è dato saperlo. Ma quel che conta è la posizione femminista ante litteram della saggia Ginetta: «Le donne, caro mio», spiega a Valy, «desiderano il matrimonio per avere assicurato l’avvenire. Se avessero una vita indipendente come quella degli uomini, se ne guarderebbero bene!». Parole, tutto sommato, profetiche.