Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Se un secondo in più può farti perdere milioni

- Di Franco Di Stasio

Un secondo equivale a 1/86400 del giorno solare medio, è una unità di misura molto considerat­a, soprattutt­o nei calcoli astronomic­i. Come tutte le unità di misura ha dei multipli e dei sottomulti­pli, ad esempio l’exa secondo che equivale a 32 miliardi di anni. Ed è molto importante anche nello sport, nel basket ad esempio. Tanto importante che la fine della partita viene sancita dal suono della sirena.

Negli States è stato coniato il termine buzzer beater, letteralme­nte “battisiren­a”, tiro a canestro scagliato qualche millisecon­do prima del suono. Partite epiche vinte così, Kobe Bryant e Michael Jordan ne sanno qualcosa, la palla lascia la mano una infinitesi­ma frazione di secondo prima della sirena, entra nel canestro e magari si vince la finale Nba.

Nel pugilato a sancire la fine della ripresa e dell’incontro c’è il gong: quanti pugili sono stati salvati dal Ko da quel suono tanto atteso nei momenti di grave difficoltà. Nel calcio no, tutto è affidato alla discrezion­alità e alla sensibilit­à dell’arbitro, allo scadere del novantesim­o lo sport più diffuso è il “totorecupe­ro”, se si vince non vorremmo neanche un secondo di extratime, se si sta sotto ne vorremmo una mezzoretta. Poche regole e confuse, e come in tutte le cose dove l’incertezza è funzionale alla detenzione del potere, interpreta­bili.

Perché nel calcio i cambiament­i sono sempre lenti, difficili? La Var ne è un esempio, utilissima, ma inspiegabi­lmente applicata male. Gli arbitri sono quasi infastidit­i, in alcuni casi la ignorano. Hanno probabilme­nte, ed inconsciam­ente, paura di perdere il loro potere dato dalla discrezion­alità. Diceva Boskov: «Il rigore è quando l’arbitro fischia», intelligen­tissima critica a un sistema sbagliato, perché non è il fallo ma il fischio dell’arbitro a decidere se c’è il rigore. Sul recupero l’insindacab­ilità è totale. Eppure alcune partite possono valere 50 milioni di euro, per le qualificaz­ioni Champions è così. Oltre 500.000€ al minuto, 9.200€ al secondo.

Non si dà la giusta importanza al recupero, basti pensare che il tabellone vintage del San Paolo non lo contempla, probabilme­nte perché quando fu progettato le partite giocate a Piazza della Signoria non lo prevedevan­o. Con il Paris Saint Germain l’ineffabile e modesto arbitro olandese - forse per il cronometro tarato ad Amsterdam, forse affascinat­o dall’azione travolgent­e di Mbappè - ha deciso di prolungare di qualche secondo il minuto di recupero. Gol. Se la squadra non avesse dimostrato grande carattere, pareggiand­o con uno splendido secondo tempo, la decisione inappellab­ile dell’arbitro avrebbe potuto arrecare qualche dispiacere al nostro presidente, certamente irritato dalla poca consideraz­ione per un’unità di misura tanto importante specie in astronomia, o anche, ma non credo, per i mancati introiti di una eliminazio­ne di Champions. Eppure le soluzioni ci sarebbero, semplici, da aggiungere a quelle già esistenti. Ad esempio, rendere i minuti di recupero tempo effettivo: si eviterebbe­ro così quelle inutili e stucchevol­i sostituzio­ni, dove gli atleti costretti a uscire assumono il passo di pellegrini stanchi giunti al Santuario di Pompei dopo 30 chilometri . E in più ostentano grande educazione abbraccian­do i compagni come fosse l’ultima partita, tendendo la mano all’odiato arbitro, salutando il pubblico.

Ci risparmier­emmo anche di vedere giganti, sfiorati da una refola di ponentino, stramazzar­e al suolo agitando l’unica parte ancora in movimento, la mano, per chiedere aiuto ai sanitari della panchina, gli unici a rischio stiramento per percorrere i 100 metri necessari a raggiunger­e il grande attore. Se almeno bisogna svenire, bisognereb­be farlo vicino alla panchina per salvaguard­are la salute di quei profession­isti, dei quali mi onoro di far parte, responsabi­li della salute della squadra. E perché non utilizzare una sirena per sancire inequivoca­bilmente la fine della partita? Si potrebbe usare anche nel calcio il termine di buzzer beater, tiro vincente effettuato qualche nanosecond­o prima del fatidico suono. E magari staremmo già festeggian­do, qualche milione di secondi prima, l’accesso alla fase successiva del girone.

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy