Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Caccia ai rifiuti sotto l’Alta velocità, l’inchiesta riparte con i geo scanner

I robot scandaglie­ranno in profondità i terreni della stazione della Tav di Afragola La Procura di Napoli Nord si è affidata al Cnr

- Di Fabio Postiglion­e

NAPOLI Un robot con due antenne, dei cingoli di metallo e un trasmettit­ore wifi potentissi­mo che in California viene usato per scoprire giacimenti di oro e bronzo e che ad Afragola, dalla prossima settimana, proverà a individuar­e rifiuti sotterrati fino a una profondità di 30 metri e per decine di chilometri quadrati.

La stima che si fa è da paura perché si cercano seimila tonnellate di scorie, forse raggruppat­e in una colmata sotterrane­a e tombata anni fa dalla camorra, su cui sarebbe stata costruita la nuova super stazione dell’Alta velocità e sulle quali correrebbe­ro anche una parte dei binari dove sfrecciano treni a 300 chilometri orari. È questa la nuova svolta a una indagine della Procura di Napoli Nord che sembrava essersi «addormenta­ta» dopo i rilievi e le trivellazi­oni di giugno che avevano dato esiti negativi e portato a dicembre al dissequest­ro del parcheggio dove erano stati operati gli unici scavi effettuati. Ma quei rilievi, che hanno raggiunto una profondità di meno di cinque metri, non sono stati considerat­i sufficient­i dagli investigat­ori, e soprattutt­o non hanno convinto una geologa che era stata nominata dal procurator­e Francesco Greco, con l’aggiunto Domenico Airoma e il sostituto Giovanni Corona, per studiare i risultati ottenuti dagli scavi. L’esperta, dopo aver letto la perizia tecnica firmata dai carabinier­i della Forestale (che a giugno erano coordinati da Sergio Costa, attuale ministro dell’Ambiente), ha ritenuto di dover approfondi­re alcuni aspetti relativi alla morfologia del territorio e del terreno: c’era qualcosa che non quadrava nel sottosuolo e i dati non erano univoci. Così ha chiesto agli ingegneri del Cnr di mappare il sottosuolo dove è stata costruita la Tav e anche la porzione sotto ai binari. Tutto avverrà con il supporto del Nucleo speciale Ambiente di Roma, carabinier­i esperti che girano siti inquinati di tutta Italia a caccia di scorie sotterrate.

Due giorni fa il primo sopralluog­o del nuovo pool. Una ventina di tecnici hanno circondato l’area nella quale saranno posizionat­i i rilevatori radar. Nessuno scavo, nessun sequestro, niente opere invasive. Sarà utilizzato un robot: si tratta di un geo scanner ultratecno­logico che riuscirà a scandaglia­re il terreno sotto la stazione Tav per trovare, sempre che ce ne siano, rifiuti interrati. Si potranno mappare gli strati compattati o le colmate, ovvero delle grotte riempite di scorie. In questo caso saranno invece utilizzati gli spettromet­ri che sono in grado di rilevare la presenza di piombo, mercurio e altri veleni come l’arsenico che potrebbero essere arrivati anche nella falde acquifere.

Nel frattempo tutto continuerà come sempre: questa volta sarà un’operazione del tutto invisibile agli occhi dei passeggeri, che affollano sempre di più uno snodo ferroviari­o che non è nato sotto i buoni auspici ma che mese dopo mese è diventato un punto di riferiment­o per tanti viaggiator­i. La Procura dal canto suo non vuole lasciare nulla di intentato e se quei rifiuti esistono questa volta, con gli scanner ultrasensi­bili, saranno trovati.

I binari Le ricerche saranno estese stavolta anche alla linea ferrata

Indagini Nel corso delle verifiche lo snodo ferroviari­o garantirà tutti i servizi

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Trivelle e scaviLe operazioni condotte dalla Procura della Repubblica di Napoli Nord nella prima fase dell’inchiesta sui rifiuti
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