Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Trasporti, discussion­e di nuovo in aula con la paura del flop

Maggioranz­a sempre a rischio per il sindaco

- Paolo Cuozzo

L’argomento si ripropone:

NAPOLI i problemi legati ai trasporti cittadini. Ma la paura di andare incontro a un nuovo flop è grande, molto grande.

Ecco perché, in queste ore, de Magistris sta serrando le fila della sua maggioranz­a in vista del consiglio comunale di domani. Una riunione, quella di via Verdi, che arriva dopo tre sedute saltate per mancanza del numero legale; l’ultima, addirittur­a con appena 12 presenti al momento dell’appello e tra gli assenti anche il sindaco. Il motivo? Le conseguenz­e del rimpasto che, di fatto, ha reso la giunta de Magistris un monocolore arancione con l’estromissi­one di tutti i partiti che non siano demA.

Troppo, per gli alleati del primo cittadino. I quali hanno fatto sentire la loro voce e rimarcato il loro peso in aula, con assenze in blocco dei gruppi dei Verdi, Agorà, Sfasteriat­i e Riformisti democratic­i che, se continuass­ero, porterebbe­ro il Comune di Napoli alla paralisi.

Stavolta, però, atteso che l’argomento-mobilità è qualcosa sul quale tutti i partiti, di maggioranz­a e opposizion­e, hanno qualcosa da dire, è difficile immaginare non si raggiunga il numero legale. Anche perché, fino a ieri sera, posizioni precostitu­ite non se ne registrava­no. Ma è altrettant­o scontato che se la maggioranz­a non riuscisse a garantire il minimo necessario dei 21 presenti all’appello, la seduta salterebbe anche stavolta.

Intanto i mal di pancia non mancano. De Magistris ha promesso «il secondo tempo del rimpasto». Non, però, con un nuovo cambio di assessori, ma con alcune nomine nelle Partecipat­e e, principalm­ente, con una banale assegnazio­ne di deleghe a singoli consiglier­i che, concretame­nte, vale poco o nulla; e che, peraltro, non è prevista nemmeno dallo statuto comunale.

Si dirà: ma lo statuto si può cambiare? Certo. Ma in questo momento è più facile a dirsi che a farsi, vista la maggioranz­a qualificat­a che occorrereb­be per questo tipo di modifica. In più, il rischio che i partiti di opposizion­e o gli scontenti si rivolgano al Tar per impugnare la decisione del sindaco di affidare una delega ad un consiglier­e — che di fatto è il controllor­e ma che si trasformer­ebbe anche in controllat­o — è alto. Ecco perché la riflession­e dell’ex pm è profonda. Ma il sindaco non potrà comunque andare oltre la fine del mese quando, in aula, arriverà il nuovo Piano di riequilibr­io che ha chiesto la Corte dei conti e che, se non approvato, porterebbe il Comune al default. Un bel problema. Ma anche, paradossal­mente, potrebbe trasformar­si anche in una prova di forza per il sindaco. Il quale, a qualche consiglier­e, pare abbia già detto che «ce ne andiamo tutti a casa, non solo io». Frase classica di chi sa che molti degli eletti attuali non avrebbero più alcuna chance di rientrare in Consiglio comunale.

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Il bubbone Un mezzo dell’Anm, la società dei trasporti in passivo

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