Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Trasporti, discussione di nuovo in aula con la paura del flop
Maggioranza sempre a rischio per il sindaco
L’argomento si ripropone:
NAPOLI i problemi legati ai trasporti cittadini. Ma la paura di andare incontro a un nuovo flop è grande, molto grande.
Ecco perché, in queste ore, de Magistris sta serrando le fila della sua maggioranza in vista del consiglio comunale di domani. Una riunione, quella di via Verdi, che arriva dopo tre sedute saltate per mancanza del numero legale; l’ultima, addirittura con appena 12 presenti al momento dell’appello e tra gli assenti anche il sindaco. Il motivo? Le conseguenze del rimpasto che, di fatto, ha reso la giunta de Magistris un monocolore arancione con l’estromissione di tutti i partiti che non siano demA.
Troppo, per gli alleati del primo cittadino. I quali hanno fatto sentire la loro voce e rimarcato il loro peso in aula, con assenze in blocco dei gruppi dei Verdi, Agorà, Sfasteriati e Riformisti democratici che, se continuassero, porterebbero il Comune di Napoli alla paralisi.
Stavolta, però, atteso che l’argomento-mobilità è qualcosa sul quale tutti i partiti, di maggioranza e opposizione, hanno qualcosa da dire, è difficile immaginare non si raggiunga il numero legale. Anche perché, fino a ieri sera, posizioni precostituite non se ne registravano. Ma è altrettanto scontato che se la maggioranza non riuscisse a garantire il minimo necessario dei 21 presenti all’appello, la seduta salterebbe anche stavolta.
Intanto i mal di pancia non mancano. De Magistris ha promesso «il secondo tempo del rimpasto». Non, però, con un nuovo cambio di assessori, ma con alcune nomine nelle Partecipate e, principalmente, con una banale assegnazione di deleghe a singoli consiglieri che, concretamente, vale poco o nulla; e che, peraltro, non è prevista nemmeno dallo statuto comunale.
Si dirà: ma lo statuto si può cambiare? Certo. Ma in questo momento è più facile a dirsi che a farsi, vista la maggioranza qualificata che occorrerebbe per questo tipo di modifica. In più, il rischio che i partiti di opposizione o gli scontenti si rivolgano al Tar per impugnare la decisione del sindaco di affidare una delega ad un consigliere — che di fatto è il controllore ma che si trasformerebbe anche in controllato — è alto. Ecco perché la riflessione dell’ex pm è profonda. Ma il sindaco non potrà comunque andare oltre la fine del mese quando, in aula, arriverà il nuovo Piano di riequilibrio che ha chiesto la Corte dei conti e che, se non approvato, porterebbe il Comune al default. Un bel problema. Ma anche, paradossalmente, potrebbe trasformarsi anche in una prova di forza per il sindaco. Il quale, a qualche consigliere, pare abbia già detto che «ce ne andiamo tutti a casa, non solo io». Frase classica di chi sa che molti degli eletti attuali non avrebbero più alcuna chance di rientrare in Consiglio comunale.