Corriere del Mezzogiorno (Campania)
La Corte Costituzionale boccia la Regione Stop alla legge sull’autismo
Battuta la Regione, sentenza della Corte Costituzionale. Famiglie più sole
Addio al Centro unico per la Neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza e dello Spettro autistico previsto in ogni Asl, che avrebbe dovuto tra l’altro garantire la continuità assistenziale nel passaggio dall’età evolutiva all’età adulta. Stop alle Unità di Neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza che sarebbero dovute nascere negli ospedali per facilitare diagnosi ed interventi terapeutici. Non se ne farà più nulla perché la legge sull’Autismo del consiglio regionale della Campania è incostituzionale. Lo ha deciso la Consulta, che ha accolto il ricorso presentato a novembre 2017 dal governo Gentiloni.
Addio al Centro unico
NAPOLI per la Neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza e dello Spettro autistico previsto in ogni Asl, che avrebbe dovuto tra l’altro garantire la continuità assistenziale nel passaggio dall’età evolutiva all’età adulta. Stop alle Unità di Neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza che sarebbero dovute nascere negli ospedali per facilitare diagnosi ed interventi terapeutici.
Era previsto che disponessero di posti letto, anche di degenza ordinaria, «idonei all’accoglienza dell’utenza di pertinenza neurologica e psichiatrica, di una specifica dotazione organica che preveda almeno neuropsichiatri infantili, psicologi, assistenti sociali, educatori professionali, terapisti della neuro e psicomotricità dell’età evolutiva, personale tecnico e amministrativo, infermieri professionali». Restano un po’ più sole pure le famiglie che vivono con bimbi e ragazzi autistici e contavano sulle iniziative ed i progetti che la Regione avrebbe dovuto finanziare ogni anno «per ridurre le forme di impoverimento sociale, relazionale, economico e di disgregazione del tessuto familiare». Non se ne farà più nulla perché la legge sull’Autismo del consiglio regionale della Campania — che prevedeva in 23 articoli, è incostituzionale. Lo ha deciso la Consulta, che ha accolto il ricorso presentato a novembre dell’anno scorso dal governo Gentiloni. Approvato a settembre 2017 con 36 voti favorevoli e 7 astenuti, quello sull’autismo era un provvedimento sul quale c’era stata la convergenza dei voti di tutto il consiglio, eccezion fatta per i 5 Stelle, ed era stato salutato con favore anche da molte associazioni di genitori di bimbi autistici.
Secondo i giudici, però, la legge in questione invade il campo riservato al commissario ad acta per l’attuazione del piano di rientro dal disavanzo sanitario della Regione, che peraltro è proprio De Luca, e collide con l’articolo 120 della Costituzione. Stabilisce quest’ultimo che lo Stato possa, in casi specifici, sostituirsi ad organi delle Regioni, delle Città metropolitane, delle Province e dei Comuni. «Poiché non c’è alcuna previsione della legge regionale impugnata che non attenga a profili di organizzazione dei servizi ospedalieri e territoriali relativi agli interventi diagnostici, terapeutici, abilitativi e riabilitativi per le patologie oggetto dell’intervento legislativo — recita un passaggio della sentenza — risulta palese che l’intera legge interferisce con le attribuzioni del Commissario ad acta della Regione Campania». Tanto basta, sottolineano le toghe, per cassarla anche senza voler prendere in esame gli ulteriori motivi di ricorso del Governo.
Riguardavano tra l’altro, la mancanza della certezza della copertura di spesa. La Corte Costituzionale non risparmia valutazioni critiche in merito «all’anomalia di un commissariamento della Sanità regionale protratto per oltre un decennio senza che l’obiettivo del risanamento finanziario sia stato raggiunto, con tutte le ripercussioni che esso determina anche sugli equilibri della forma di governo regionale, a causa del perdurante esautoramento del Consiglio e della stessa giunta a favore del Commissario ad
acta, soprattutto quando è impersonato dal presidente della giunta, in un ambito cruciale per il governo della Regione».