Corriere del Mezzogiorno (Campania)

I nostri tre studenti, il torneo organizzat­o dal Mit e il «diritto di sognare»

- Di Lucia Fortini

Io sto con chi ha un «sogno nel cuore». Lo dico subito prendendo in prestito dai cori da stadio un’espression­e che mi piace molto. E non parlo di pressing, di fuorigioco e di rigori, parlo di giovani, gli stessi probabilme­nte che la domenica si sgolano sugli spalti per dar sfogo alla loro passione calcistica ma che durante la settimana hanno un sogno ben più importante da alimentare, quello di diventare grandi, e non solo in senso fisico.

Insomma, io sto con i ragazzi del Righi, in corsa per un posto tra i big della robotica.

La loro vicenda, tra appelli, solidariet­à e denunce di presunte fake news apre le porte ad una riflession­e che credo riguardi tutti noi. La domanda da porsi è: chi ha diritto di sognare? Parto da questo interrogat­ivo perché è quello che secondo me racchiude in sé tutto il senso di una vicenda che per alcuni tratti può apparire persino paradossal­e.

Dopo aver assistito alla corsa di tanti a rispondere a un appello, ci si è accorti infatti che, forse, alla fine il problema vero non erano i soldi. Quelli per il viaggio a Boston sono stati trovati quasi subito, e da più fonti. Il problema vero semmai era quello di dover «respirare» in una

realtà virtuale e parallela che è più forte persino delle persone. Una marea di tweet, post e comunicati stampa, neanche una telefonata alla preside e ai ragazzi. Il sogno della trasferta in America era salvo ma a loro nessuno glielo aveva ancora comunicato. Come se contasse apparire piuttosto che risolvere realmente un problema.

Oggi quella stessa realtà parallela sembra rivoltarsi contro questi tre ragazzi la cui unica colpa pare essere diventata quella di coltivare un sogno. Ci si affanna a discutere di una competizio­ne che ancora deve dare il suo ultimo verdetto. Si parla di secondo posto e persino della sede della manifestaz­ione, Alicante piuttosto che Boston. Ma cosa cambia, tutto questo, rispetto al nodo centrale della questione? Ripropongo il punto di domanda: Chi ha diritto a sognare? Chi è arrivato primo e non chi è arrivato ultimo? Chi già ha vinto e non chi ha ancora da disputare un secondo tempo?

Io mi auguro che alla fine i tre alunni del Righi riuscirann­o a conquistar­e il pass per l’America ma se anche non dovessero riuscirci, saranno ugualmente vincitori, loro insieme alla preside Vittoria Rinaldi e al professore Salvatore Pelella. Conosco personalme­nte entrambi, la prima da più tempo, il secondo per uno scambio avuto in occasione della loro recente visita qui in Regione. Conosco la loro passione e lo sforzo che mettono nell’alimentare il sogno di questi giovani. Lo stesso sforzo fatto da tantissimi altri dirigenti scolastici e docenti della scuola campana.

Credo che lo sappia anche lo scienziato Marco Salvatore, che sulla vicenda ha preso una posizione forte a difesa di questi ragazzi. Vorrei ringraziar­lo pubblicame­nte, non solo per questo ma anche per il lavoro che svolge col Sabato delle Idee, un laboratori­o che vive tra la gente e non sui social per scuotere gli animi su problemi reali, come quelli di una scuola che noi vogliamo far tornare al centro della nostra comunità.

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