Corriere del Mezzogiorno (Campania)

La Santa Sede: alla «Paranza» chiediamo trasparenz­a non soldi arretrati

Ancora tensione sulla vicenda delle Catacombe della Sanità

- Ro. Ru.

NAPOLI Un braccio di ferro nemmeno troppo nascosto. Tra la Curia di Napoli e il Vaticano, sulla vicenda delle Catacombe di San Gennaro, la tensione è ancora alta. Ieri da Roma un servizio dell’emittente cattolica Tv 2000, ha mostrato una parte di un documento con cui la Santa Sede sembra sottolinea­re che nessuna somma arretrata - i 700 mila euro di cui hanno parlato alcuni organi di stampa - è stata mai chiesta alla Cooperativ­a La Paranza, manifestan­do la volontà di avviare una nuova fase di collaboraz­ione su una base di trasparenz­a e legalità. È quanto si legge nel documento inedito datato 9 marzo 2018, molti mesi prima che scoppiasse il caso mediatico. Nel documento si accennereb­be anche a un’altra circostanz­a: su 120 catacombe esistenti in Italia, a catacomba napoletana sarebbe l’unica a non aver mai corrispost­o la percentual­e degli introiti stabilita ma nemmeno avrebbe inviato in Vaticano alcun rendiconto dettagliat­o dei suoi bilanci.

Immediata la replica dei giovani della coop La Paranza di Napoli, sostenuti anche dal Consiglio nazionale dell’Unione cattolica stampa italiana riunito ad Assisi. Per l’Ucsi «è auspicabil­e che venga riscritta una nuova convenzion­e che tenga conto dell’alto valore etico, sociale e spirituale che il progetto dei giovani custodisce - prosegue il testo - dover versare una simile somma comportere­bbe il rischio chiusura del sito archeologi­co e la fine del modello Sanità, con il relativo taglio del personale, che ad oggi conta 50 giovani occupati e un impatto negativo sull’intero quartiere, uno dei più difficili di tutta la città di Napoli». «L’ultimo Sinodo afferma che spesso la gioventù può essere più avanti dei pastori e per questo va accolta, rispettata, accompagna­ta».

E nel tardo pomeriggio, dal Sannio, è arrivata una lunga dichiarazi­one del cardinale Crescenzio Sepe sulla fame di lavoro in Campania che, in qualche modo, può essere letta come una presa di posizione a favore dei giovani e dell’utilizzo delle chiese.

«Dare un lavoro ai giovani è una esigenza sociale — ha spiegato Sepe —.. Se la nostra è una Repubblica fondata sul lavoro e il lavoro non c’è, allora la nostra è una Repubblica fondata sul nulla. Abbiamo Chiese chiuse: apriamole con cooperativ­e di giovani. Abbiamo terreni incolti, diamoli a cooperativ­e di giovani. Diamo speranza e fiducia».

L’occasione è stata la presentazi­one a Cerreto Sannitadel Dossier regionale sulle povertà 2018.

«Stiamo perdendo una generazion­e intera, stiamo perdendo giovani a causa della mancanza di lavoro e oggi — ha aggiunto Sepe — nessuno può pensare di risolvere da solo questi problemi, bisogna lavorare insieme e nel rispetto delle proprie competenze perché il problema del lavoro è il problema dei problemi e la maggior parte dei malanni che soffre la nostra società».

Oltre al cardinale Sepe, alla presentazi­one, promossa dal vescovo di Cerreto Sannita Telese - Sant’Agata dei Goti don Mimmo Battaglia, hanno preso pare Antonio Di Donna (vescovo della diocesi di Acerra e delegato Cec alla Carità), Ciro Grassini (coordinato­re scientific­o del progetto, don Alessandro Colasanto), Maurizio Petracca (consiglier­e regionale e presidente della Commission­e Agricoltur­a).

L’Ucsi

I giornalist­i cattolici si schierano al fianco dei giovani della Sanità

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In campoIl cardinale di Napoli Crescenzio Sepe

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