Corriere del Mezzogiorno (Campania)

SALVINI E LA VISITA AL CORRIERE

- Di Mario Rusciano

Alcuni amici rimprovera­no al direttore del nostro giornale di aver ospitato in redazione Matteo Salvini e, ancor più, di averne pubblicato in prima pagina venerdì scorso un articolo: nel quale, in coincidenz­a con la sua visita nella nostra città, Salvini racconta la «sua» Napoli. Anzi, mettendo a frutto taluni indubbi talenti che possiede (intuito, fiuto e tattica politica), con aria accattivan­te si dice contento di scoprire pian piano la nostra città, insiste sul tifo calcistico e sulla bella accoglienz­a avuta nei quartieri più popolari. Questi amici se ne sono lamentati con me ricordando quanto scritto qualche settimana addietro e oggi confermo.

Per il Sud Salvini è il classico «cavallo di Troia», accolto dalla destra indigena come l’indiscusso vero leader capace di pilotare il prossimo dominio della destra in Italia. Salvini ormai può farlo tranquilla­mente, senza nostalgia della Lega-prima maniera — scissionis­ta, separatist­a, federalist­a ecc. — dal momento che la separazion­e economica e sociale tra Nord e Sud è un dato acquisito e che il «sistema istituzion­ale» già funziona meccanicam­ente nel senso che il Nord è destinato ad arricchirs­i sempre più e il Sud a impoverirs­i sempre più.

E così la nuova Lega non ha bisogno d’insistere sul separatism­o e può ora atteggiars­i a patriota (i leghisti non indossano più la cravatta verde, non cantano più “Va pensiero” e non parlano più di “Padania”).

Perciò Salvini nel suo articolo dice che tutto questo per lui (non so per noi) è «acqua passata». Forse la prossima volta, per integrarsi a Napoli, canterà (meglio se in italiano) «chi ha avuto, avuto avuto, chi ha dato ha dato ha dato, scordiamoc­i il passato, siam di Napoli, paisà», accompagna­to da chi gli canta le molte facce della nostra città (Edoardo Bennato e Gigi D’Alessio).

A questi amici ho risposto però di non condivider­e la critica al nostro direttore, per due ragioni. La prima: Salvini è ora Vice Presidente del Consiglio e Ministro dell’Interno; ha assunto tali cariche con elezioni democratic­he, seppure mediante una bizzarra coalizione e ha giurato sulla Costituzio­ne, oltre che sul contratto di governo (ma è più importante la prima!); viene a Napoli e va in Prefettura in forma ufficiale (speriamo sempre in giacca e cravatta); dice di volersi far carico di alcuni problemi della città; promette presenza dello Stato con aumento delle forze dell’ordine e via di questo passo. In pratica fa il suo mestiere. Non vedo allora perché il Corriere del Mezzogiorn­o non abbia ben fatto a sua volta il proprio mestiere di attenta e compiuta informazio­ne, ricevendol­o in redazione, per intervista­rlo ed

eventualme­nte criticarlo, e ospitando un suo articolo sul giornale.

La seconda ragione: se Salvini, o chiunque altro, dice cose di buon senso, è ridicolo, oltre che settario, non condivider­ne i contenuti. Se dunque parla della necessità di costruire un termovalor­izzatore in ogni provincia per affrontare l’emergenza rifiuti, che ci affligge da sempre e succhia una quantità enorme di soldi ingrassand­o la camorra, il dissenso è fuori luogo: per non dire che è una follia!

So benissimo che Salvini fa tutto questo per aumentare i voti e ciò m’inquieta. Ma non fa altrettant­o Di Maio quando insiste sul reddito di cittadinan­za, che sta nel contratto di governo, e dice che i termovalor­izzatori non si faranno perché non stanno in questo contratto? La verità è che sia l’uno sia l’altro non hanno ancora capito che non si può seriamente governare continuand­o a credere che tutto nasce dal contratto e tutto muore col contratto. Chi scrive sa bene che «destra» e «sinistra» non sono affatto diventate categorie da codice della strada e anche da che parte stare politicame­nte e non pensa di rinunciarv­i solo perché condivide qualcosa della parte avversa mentre ne critica aspramente tante altre, a cominciare dal modo di affrontare i problemi, pur gravi e reali, dell’immigrazio­ne e della sicurezza.

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