Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Di Maio e Fico
Dimenticavo di aggiungere che, se quel corteo avesse vinto e oggi non avessimo nemmeno Acerra, la multa di 120mila euro al giorno — avete capito bene, al giorno — che tutti gli italiani pagano per le inefficienze della Campania, sarebbe anche più salata.
Quell’impianto, che hanno tentato di impedire a ogni costo, è diventato invece oggi paradossalmente la scusa di cui si servono i demagoghi per rispondere a Salvini che non ne servono altri in Campania: secondo loro basta e avanza, e se anche andrà in manutenzione a gennaio non c’è da temere nessuna emergenza.
Invece l’emergenza non è mai finita. E la cosa triste è che tra quattordici anni saremo ancora allo stesso punto: perennemente alla vigilia di una crisi. Tutto l’Occidente risolve da tempo un semplice problema tecnico con semplici soluzioni tecniche, tra le quali rientrano anche i temuti termovalorizzatori, che ci sono persino a Parigi e a Vienna; noi invece siamo governati da genialoni che hanno scoperto il modo di far sparire la monnezza senza bruciarla (cioè bruciandola altrove, a caro prezzo, in Italia o all’estero; perché, chissà come mai se gli inceneritori fanno ammalare e morire la gente di cancro, la stessa immondizia brucia sicura negli impianti del Nord).
Ci sono personaggi, come il sindaco di Napoli de Magistris, che dovrebbe aver perso per sempre il diritto di parlare di queste cose, visto che ci ha garantito sette anni fa, quando si candidò, che con la raccolta differenziata avrebbe risolto per sempre il problema perché nel giro di sei mesi ne avrebbe portato la percentuale al 70%; e invece, sette anni dopo, Napoli è ancora al 38%, dodici punti in meno della media in Campania e ventisette punti in meno dello standard europeo, ma lui se ne vanta come di un trionfo, invece di cospargersi il capo di cenere per tutti i soldi pubblici che continua a sperperare. E poi, se pure Napoli riciclasse davvero oggi il 70% dei suoi rifiuti, che ne farebbe del restante trenta per cento?
Salvini ha dunque detto a Napoli una cosa ovvia e giusta: ogni provincia dovrebbe essere autosufficiente e avere un termovalorizzatore. I roghi tossici li appiccano i teppisti e i delinquenti, non gli inceneritori, dove il processo è controllato è sicuro. I camorristi si arricchiscono con il traffico dei rifiuti, leciti e illeciti, non con il funzionamento dell’impianto di Acerra. I soloni come Di Maio e Fico dovrebbero dirci dove diavolo dovremmo metterci l’immondizia, visto che non vogliono gli impianti di smaltimento: altrimenti si rendono colpevoli di abuso di credulità popolare. Se poi stanno parlando dall’alto dell’esperienza di Roma, la città dove governano e che è diventata più sporca di Napoli, allora stiamo freschi.