Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Alta formazione, Stoà avvia due master 4.0
Il direttore Cardillo: «Serve cultura manageriale. Li lanceremo entro il 2019»
NAPOLI L’alta formazione diventa 4.0 per garantire maggiori opportunità di inserimento nel mondo del lavoro. Così Stoà istituto di studi per la direzione e gestione di impresa, nato nel 1988 e che ha formato oltre 2.500 giovani laureati e 8.000 imprenditori e manager, diventando una delle prime 10 business school italiane, ha pensato a due master ad hoc: uno in Technology management 4.0 e uno in Public management 4.0.
«Li lanceremo entro i primi 6 mesi del 2019 — dice Enrico Cardillo, direttore generale di Stoà — per contribuire all’implementazione di cultura manageriale 4.0 nell’industria e nella pubblica amministrazione. In sintonia con il mondo del lavoro». Le sfere in cui digitale e 4.0 stanno rivoluzionando l’economia sono infinite. «Infatti nel 2020 — spiega Cardillo — la rilevanza delle tecnologie digitali nell’economia mondiale sarà tra il 25 e il 30% del totale delle tecnologie. Il digitale non è il futuro ma il presente e l’accelerazione sempre più spinta dell’innovazione non fa sconti a chi sta fermo. E anche per questo forti elementi di digitalizzazione e 4.0 sono presenti anche negli altri nostri master come quelli che partiranno a dicembre e per i quali sono già attivi i bandi: quello in Direzione e Gestione d’impresa e quello in Gestione delle risorse umane. Tra l’altro tenete presente che per i ragazzi che hanno conseguito il master da Stoà c’è un placement dell’85% entro i 6 mesi dalla fine del percorso di studi. La ricetta vincente è un mix tra formazione in aula e pratica. Infatti l’ultima parte dei nostri master prevede l’inserimento dei nostri giovani in aziende sotto forma di stage garantendo loro una visione più completa del mondo del lavoro e anche l’innegabile opportunità di entrare in contatto con eccellenti realtà produttive spesso interessate a giovani di talento».
Fondamentale è intercettare le figure richieste e procedere con un’alta formazione ad hoc. «È difficile immaginare le conseguenze del passaggio dall’epoca fordista a quella dell’economia della conoscenza ma è di questa capacità che c’è bisogno. Sono cambiati i processi produttivi con l’evoluzione del 4.0 e questo cambiamento dell’impresa deve penetrare nella Pa cui sempre più è chiesta capacità di programmare e avere progetti spendibili in tempi certi ed è proprio in questo contesto che s’inserisce la decisione della Regione Campania di un piano che prevede il superamento del turn over. Un’occasione per riscrivere il sistema della Regione e degli enti locali che vi aderiranno. In definitiva è prevista l’assunzione di 10mila giovani laureati e diplomati per svecchiare e riqualificare la Pa campana dove l’età media oggi è di 56 anni. La strada da seguire è quella del’alta formazione».