Corriere del Mezzogiorno (Campania)
LO SVILUPPO E IL VENTO DEL NORD
La sensazione, forse molto più, è che la discussione sulle politiche economiche differenziate stia per tornare in maniera prepotente. Anche se ora, rispetto al passato, a sollecitare «ricette specifiche» è principalmente il Settentrione. Tant’è che a rimettere in pista un dibattito che pareva ormai datato è Carlo Bonomi, classe 1966, da Crema, imprenditore affermato che presiede — tra l’altro — il cda di Synopo (società con quartier generale a San Giuliano Milanese leader nella commercializzazione di apparecchiature elettromedicali). Bonomi, dall’anno scorso, è però, soprattutto, alla guida di Assolombarda, vera azionista di maggioranza di Confindustria. E proprio nel giugno del 2017, quando ha ereditato da Gianfelice Rocca il timone dell’associazione che riunisce gli imprenditori meneghini, di Monza e Brianza e di Lodi, ha esordito con un discorso — applauditissimo — in cui metteva subito in chiaro i punti salienti della sua linea di governo: «Intendiamo promuovere un’ampia consultazione tra strutture associative del Nord e ci faremo promotori di una serie di iniziative volte a ridisegnare visione, capacità di proposta, incisività nell’agenda pubblica, in modo più adeguato alle nuove specificità che la “questione settentrionale” pone come sfida alle nostre realtà produttive. Così da poter esercitare con sempre più forza la funzione di traino solidale del Paese».
Un intervento letto da molti osservatori come l’avvio di una nuova stagione per la confederazione di viale dell’Astronomia (dal 2016 capitanata dal salernitano Enzo Boccia): una fase in cui la Confindustria del Nord, innanzitutto quella lombarda, chiede pienamente conto a Roma (e non solo) del suo innegabile peso specifico.
Domenica scorsa, ospite di Lucia Annunziata a Mezz’ora in più su Rai3, Bonomi ha ripreso e allargato il concetto. Dopo aver bocciato senza mezze misure Decreto Digni- tà e Legge di Bilancio («noi da sempre critichiamo i provvedimenti non i governi»), si è incamminato sul sentiero delle politiche differenziate: «Le tensioni sull’asse NordSud all’interno del governo gialloverde? Contraddizioni che stanno emergendo tutte. Perché quello che non si vuole capire è che questo Paese ha bisogno di ricette diverse per territori». Non solo tra il Settentrione e il Meridione, ha proseguito, ma anche tra territori di una stessa ripartizione: «Napoli e Palermo, per esempio».
Quindi una frase ancora più netta: «Pensare a una ricetta unica per l’intera Italia è ormai anacronistico». La svolta è necessaria, insomma. Altrimenti sarà difficile, per il Nord, continuare ad esercitare «la funzione di traino solidale della Penisola».
Ecco il Bonomi pensiero. Una linea che in Confindustria ogni giorno pesa di più. Del resto il leader di Assolombarda, il 27 novembre del 2017, intervistato da Rita Querzé su L’Economia del Corriere aveva predetto: «Date ascolto al vento del Nord». Che ora comincia a soffiare forte, trovando peraltro al Sud chi, la Svimez in testa (con il direttore generale Luca Bianchi), è pronto a sostenere l’esigenza di «politiche specifiche», sorpassando quei meridionalisti che da tempo sostengono la necessità di inquadrare le azioni per lo sviluppo del Mezzogiorno esclusivamente nell’alveo delle strategie nazionali. Bianchi ha di recente auspicato, parlando a La7, azioni mirate innanzitutto su «sanità e istruzione», per provare a drenare l’emorragia di giovani dal Sud.
Il nodo, però, visti i contenuti della Manovra, è un altro: ammesso che le ricette diversificate per territori o per aree del Paese siano la giusta via, c’è il rischio che il Meridione venga «accontentato» con il reddito di cittadinanza, misura di sicuro impatto ma evidentemente più orientata all’assistenza; mentre il Nord, che a partire dagli industriali sollecita interventi in grado di rimettere in corsa una «regione capace per anni di competere con l’Europa», potrebbe essere il solo terreno fertile per le (vere) politiche di rilancio economico.