Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Don Loffredo rompe il silenzio «Così Ravasi ci apprezzò»
Il parroco della Sanità mostra il documento: ma il clamore ha creato confusione e disinformazione
Padre Antonio Loffredo rompe il silenzio sulla vicenda delle Catacombe di San Gennaro, soprattutto fa chiarezza sui rapporti con il Vaticano rispetto alla gestione del sito religioso della Sanità. «C’è stato un clamore eccessivo - dice don Loffredo - e ciò ha creato disinformazione». Il parroco mostra una missiva che gli fu inviata dal cardinale Ravasi in cui si complimentava della gestione delle Catacombe da parte delle cooperative.
NAPOLI Una lettera firmata da padre Antonio Loffredo getta un fascio di luce sul caso delle Catacombe di San Gennaro. E spazza via le polemiche nate intorno all’ipotesi secondo la quale il Vaticano vorrebbe tenere fuori il parroco dalla gestione della struttura e vorrebbe estromettere La Paranza. «Il clamore mediatico evidenzia un clima di confusione e disorientamento che mortifica il ruolo, il volto e il successo che, legittimamente, le Catacombe da tempo hanno saputo conquistare, sul piano nazionale e internazionale» dice don Loffredo, che parla per la prima volta ufficialmente da quando è scoppiato il caso.
La struttura è gestita dalla cooperativa La Paranza, nata dai giovani del rione proprio su impulso del parroco della Sanità che rompe la consegna del silenzio alla quale negli ultimi giorni si era attenuto su indicazione della Curia. Don Antonio rende pubblica una lettera, datata febbraio 2016 e firmata dal cardinale Gianfranco Ravasi che presiede la Pontifica commissione di Archeologia sacra. Una missiva che loda il lavoro di padre Loffredo e de La Paranza, impegno che dalle catacombe ha avuto un effetto positivo anche sulla Sanità e in nome del quale il Vaticano rinuncia ad incassare il 50 per cento dei proventi dei biglietti.
«C’è un dialogo ininterrotto con la Pontificia Commissione di Archeologia Sacra, il riconoscimento da parte della stessa della nuova modalità di lavoro che vedeva il nostro territorio responsabile del finanziamento degli affreschi e la Pontificia Commissione nel ruolo di Alta sorveglianza e sovrintendenza» scrive padre Antonio. «Il cardinale Ravasi mostra in maniera chiara il suo apprezzamento nei confronti dell’operato della cooperativa La Paranza, al punto da affermare che, a sostegno dello stesso operato non si voleva e mai si sarebbe voluto riscuotere il 50 per cento dei proventi dei biglietti d’ingresso» sottolinea.
«Questa Commissione — si legge nella lettera di Ravasi — non ha mai preteso la metà degli incassi provenienti dei biglietti d’ingresso, comprendendo la criticità della situazione sociale del quartiere». Una decisione che ha spinto il Vaticano «a ricorrere alle sostanze provenienti dall’ingresso delle catacombe romane e del resto d’Italia per sostenere le spese degli interventi conservativi e per quelli riservati allo studio, condotto grande spirito, dagli studenti dell’Università di Napoli e del Molise».
Don Antonio parla di «non poca disinformazione sull’operato e sulle intese intercorse in questi anni che non giova alla causa delle Catacombe di San Gennaro e San Gaudioso «per le quali sua eminenza il cardinale Ravasi ha avuto sempre parole di benevolenza e apprezzamento».
Il cardinale Ieri l’arcivescovo Sepe all’ospedale San Paolo per una inaugurazione ha detto: siamo sereni
«Spero che tutto si risolva quanto prima - prosegue - e, come ieri auspicava il nostro cardinale Sepe, che tutto si possa rapidamente chiarire mettendo, finalmente, intorno a un tavolo i protagonisti della nostra preziosa, apprezzata e incoraggiante esperienza fatta sia pure con carattere sperimentale. Sono sicuro che la verità, come diceva il cardinale Bea, non ha bisogno di difensori e che si affermerà per volontà di tutti».
E proprio il cardinale Crescenzio Sepe ieri, nel corso dell’inaugurazione di un ecografo pediatrico all’ospedale San Paolo, ha detto «siamo sereni. Se le cose sono nelle mani di Dio e nella buona volontà degli uomini portano ad una soluzione»
Sepe Se le cose sono nelle mani di Dio e nella buona volontà degli uomini portano ad una soluzione