Corriere del Mezzogiorno (Campania)

L’allerta «arancione» e il criterio della prudenza

- Di Umberto de Gregorio

Caro direttore, cosa comporta l’allerta meteo arancione? Il diritto di chiudere le scuole? E perché solo le scuole? Perché allora non le ferrovie regionali come Cumana e Circumvesu­viana? Se il criterio deve essere quello della «prudenza», di evitare incidenti, certamente sarebbe più prudente per le ferrovie storiche di Eav, che attraversa­no intere città e sono circondate da alberi, chiudere le linee, perché purtroppo può succedere (come è successo) che un ramo di un albero, in proprietà di terzi, si rompa e finisca sulla linea aerea della ferrovia, provocando interruzio­ni e danni e rischi per la circolazio­ne e per le persone.

Ma può essere il criterio unico che regola le scelte di un sindaco o di un amministra­tore di aziende pubbliche quello della prudenza? Magari fosse cosi semplice! Basta «chiudere»: scuole, parchi, strade ed il rischio si annulla.

Il criterio, è evidente, non può essere solo quello di essere prudenti. E la prudenza, si sa, non è mai troppa.

Al criterio della prudenza deve accompagna­rsi quello della responsabi­lità. Chi amministra si assume responsabi­lità, pondera il rischio. Non annulla il rischio. Mai.

Il concetto della «sicurezza», nella circolazio­ne stradale, come in quella ferroviari­a, come in ogni forma di gestione di beni comuni, è funzione del tempo e dello spazio. Non esiste un concetto di sicurezza assoluta. Per non correre rischi non devi uscire di casa.

Ma anche a casa puoi cadere e farti male. Non ti devi muovere, immobile. Ma quale rischi e costi comporta per la collettivi­tà l’immobilism­o? Amministra­re vuol dire avere coraggio.

Occorre coniugare coraggio e responsabi­lità. Ma la paura di avere critiche o che cada un albero, non può portarci a chiudere tutto, scuole e ferrovie. Dobbiamo lavorare in prevenzion­e. Chiudere per annullare il rischio vuol dire abdicare ad amministra­re. I ragazzi hanno il diritto di andare a scuola e di prendere i treni anche con i temporali.

Chi amministra ha il dovere di fare il massimo per prevenire incidenti. Tutti devono sapere che il rischio esiste sempre, comunque, inesorabil­mente.

È solo una questione di statistica. Dobbiamo dire basta alla cultura del giustizial­ismo dei social che vede solo i «colpevoli» ed ignora i «responsabi­li».

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