Corriere del Mezzogiorno (Campania)
L’allerta «arancione» e il criterio della prudenza
Caro direttore, cosa comporta l’allerta meteo arancione? Il diritto di chiudere le scuole? E perché solo le scuole? Perché allora non le ferrovie regionali come Cumana e Circumvesuviana? Se il criterio deve essere quello della «prudenza», di evitare incidenti, certamente sarebbe più prudente per le ferrovie storiche di Eav, che attraversano intere città e sono circondate da alberi, chiudere le linee, perché purtroppo può succedere (come è successo) che un ramo di un albero, in proprietà di terzi, si rompa e finisca sulla linea aerea della ferrovia, provocando interruzioni e danni e rischi per la circolazione e per le persone.
Ma può essere il criterio unico che regola le scelte di un sindaco o di un amministratore di aziende pubbliche quello della prudenza? Magari fosse cosi semplice! Basta «chiudere»: scuole, parchi, strade ed il rischio si annulla.
Il criterio, è evidente, non può essere solo quello di essere prudenti. E la prudenza, si sa, non è mai troppa.
Al criterio della prudenza deve accompagnarsi quello della responsabilità. Chi amministra si assume responsabilità, pondera il rischio. Non annulla il rischio. Mai.
Il concetto della «sicurezza», nella circolazione stradale, come in quella ferroviaria, come in ogni forma di gestione di beni comuni, è funzione del tempo e dello spazio. Non esiste un concetto di sicurezza assoluta. Per non correre rischi non devi uscire di casa.
Ma anche a casa puoi cadere e farti male. Non ti devi muovere, immobile. Ma quale rischi e costi comporta per la collettività l’immobilismo? Amministrare vuol dire avere coraggio.
Occorre coniugare coraggio e responsabilità. Ma la paura di avere critiche o che cada un albero, non può portarci a chiudere tutto, scuole e ferrovie. Dobbiamo lavorare in prevenzione. Chiudere per annullare il rischio vuol dire abdicare ad amministrare. I ragazzi hanno il diritto di andare a scuola e di prendere i treni anche con i temporali.
Chi amministra ha il dovere di fare il massimo per prevenire incidenti. Tutti devono sapere che il rischio esiste sempre, comunque, inesorabilmente.
È solo una questione di statistica. Dobbiamo dire basta alla cultura del giustizialismo dei social che vede solo i «colpevoli» ed ignora i «responsabili».