Corriere del Mezzogiorno (Campania)
ANNA BONAIUTO «VORREI TORNARE A EDUARDO»
L’attrice al Sannazaro, protagonista de «La divina Sarah» diretta da Marco Carniti: con Toni Servillo ho già interpretato Rosa Priore in «Sabato, domenica e lunedì», ma il sogno sarebbe Filumena o, perché no, anche l’Amalia di «Napoli milionaria!»
«Dopo la mitica Bernhardt, mi piacerebbe molto tornare a un personaggio eduardiano. Con Toni Servillo ho già interpretato Rosa Priore in “Sabato, domenica e lunedì”, ma come per ogni attrice il sogno sarebbe Filumena o, perché no, anche l’Amalia di “Napoli milionaria!”».
Anna Bonaiuto ritorna a Napoli, la città paterna, dove da stasera fino a domenica sarà in scena al Sannazaro con «La divina Sarah» di John Murrel, con Gianluigi Fogacci e la regia di Marco Carniti. E il pensiero va ai grandi classici partenopei e ai principali ruoli femminili pensati da Eduardo. «In realtà non sono molti – continua l’attrice friulana -, ma tutti carichi di una straordinaria carica umana».
Che spettacolo sarà, un omaggio alla grande diva francese Sarah Bernhardt?
«Direi un omaggio al teatro, di cui Sarah è stata una delle prime interpreti a dar vita all’idea della grande star, ben prima che si affermasse il cinema. In questo senso un’artista modernissima, che ha saputo utilizzare la comunicazione, al tempo riservata ai soli giornali, in modo molto creativo. Faceva parlare di sé portando una tigre al guinzaglio o dormendo in una bara, coltivando così il proprio mito. Quando arrivò in America, infatti, la conoscevano tutti pur senza averla mai vista recitare in scena».
Come è costruito l’allestimento?
«Sarah è anziana e con una gamba di legno, dopo l’incidente avuto proprio in teatro. E insieme al suo servo rilegge il suo passato realizzado un’antologia delle sue interpretazioni».
Cosa la lega di più a questo personaggio?
«Ovviamente i tempi sono così distanti ed è davvero difficile fare paragoni fra il suo mondo ed il mio di oggi, di certo posso dire che ci lega l’infinito amore per il teatro, l’unico luogo dove ancora la gente si ritrova e partecipa a un rito collettivo e sociale che si compie in diretta e che spero duri ancora a lungo».
A vedere la quantità di spazi teatrali che continuano ad aprirsi a Napoli, sembrerebbe di sì.
«Lo so, e ne sono contenta. Sono molto legata affettivamente a questa città, pur vivendo altrove, ma quando posso ci vengo. Per esempio sono stata al Nest quando Martone ha presentato il suo spettacolo ed è una realtà che mi ha molto colpito. Se fossi qui darei sicuramente una mano anche io a realtà del genere. Cosa che, se mi cercheranno, non escludo per il futuro».
Magari in collaborazione con Teatri Uniti?
«Perché no. Quella è la mia seconda casa e spesso capita di lavorare insieme, come per esempio è accaduto l’ultima volta con “Porno-TeoKolossal” diretto da Francesco Saponaro, dedicato all’ultima sceneggiatura scritta da Pasolini per un film in cui avrebbe voluto proprio Eduardo come protagonista».