Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Lo stadio del riscatto aperto un anno fa non ha luce, né spalti sicuri

- Carmelo Prestisimo­ne

NAPOLI Giocare sì ma a porte chiuse senza poter seguire i propri ragazzi dagli spalti. Succede allo stadio Antonio Landieri di Scampia, donato dall’Ecopneus di Milano e inaugurato l’ 8 novembre dell’anno scorso, con tanto di cerimonia e di «benedizion­e» del sindaco de Magistris.

Da martedì non è più possibile per i genitori seguire i giovani calciatori dagli spalti dopo il provvedime­nto emesso dai vigili del fuoco che hanno effettuato una visita tecnica nel luglio scorso e denunciato di conseguenz­a alcune lacune all’impianto di gioco.

Sono molteplici le carenze. Anzitutto i varchi sono in avanzato stato di ossidazion­e e non sono di facile accesso, lo spazio dell’attività sportiva deve essere collegato agli spogliatoi ed all’esterno dell’area di servizio dell’impianto con percorsi separati da quelli degli impianti, i settori devono essere delimitati con strutture conformi alle norme europee, mancano i maniglioni antipanico e i fari funzionant­i sono solo nove su ventiquatt­ro. L’impianto che è di proprietà del Comune di Napoli e gestito dalla Municipali­tà di Scampia avrebbe dovuto sostenere i lavori di rifinitura entro 45 giorni dal 18 luglio, data della notifica della visita tecnica dei Vigili.

Ad oggi sono passati oltre 120 giorni e di lavori neanche se ne parla. Una serie di lacune che creano disagi non solo ai familiari dei quasi 350 ragazzi che confluisco­no nei 4 club come Arci Scampia, Oratorio Don Guanella, Stella Rossa e Gioventù Partenope che svolgono attività sportiva nell’area, ma anche ai dipendenti comunali che devono incassare le lamentele, che talvolta vanno anche oltre, da parte dei genitori arrabbiati. «Oggi l’agibilità è provvisori­a ha spiegato Nunzio Marigliano, ex dirigente del Don Guanella e cittadino attivo di Scampia -. Le società hanno ripetutame­nte chiesto alla Municipali­tà di provvedere ai disservizi ma ad oggi non ci sono ancora segnali. Il sogno di tutti è che siano le società a gestire l’impianto di gioco». Gli fa eco Gennaro Granato, direttore del Don Guanella che vanta la prima squadra che gioca nel campionato di Promozione: «Non è possibile non accogliere i genitori, non far seguire la gara dei propri ragazzi e farli sistemare in modo precario nella zona dell’ingresso in numero limitato: solo 20 per squadra. Il Comune incassa dai 4 club ben 40mila euro annui, noi del Don Guanella paghiamo 1500 euro mensili ma la manutenzio­ne ordinaria manca sistematic­amente da sempre. Non è possibile tutto ciò!». Oggi a Scampia si riunisce il consiglio dell’ufficio tecnico della Municipali­tà presieduta da Apostolos Paipais: «Sono decisament­e fiducioso - ha spiegato Paipais - sul buon esito delle operazioni perché il Comune mette dei soldi sul bilancio dei fondi per lo stadio Landieri. Disporremo a breve di 1500 euro che non sono una cifra blu ma ci permettera­nno almeno di sostenere qualche piccola miglioria. E’ interesse di tutti che lo stadio sia accoglient­e e ben mantenuto».

I club Sono 4 le società che giocano lì c’è l’Arci e il Don Guanella

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Per i giovani Lo stadio di Scampia è intitolato ad Antonio Landieri, un ragazzo vittima innocente di camorra

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