Corriere del Mezzogiorno (Campania)
La svolta dell’esecutivo, guerra ai «veri mostri»
Finalmente il governo sembra voler adottare una nuova linea nei confronti di Napoli e della Campania. Abbandonati i toni da propaganda della campagna elettorale (senza farne una colpa specifica, è noto che nell’imminenza delle scadenze elettorali si scatena la fiera delle promesse irrealizzabili) e dopo una prima fase in cui si è ritenuto che tutti i mali dovessero essere ricondotti alla presenza degli immigrati, il confronto si è ora spostato su questioni annose e complesse, quali la camorra e la gestione dei rifiuti. Problemi spesso connessi fra loro.
Infatti la seconda visita a Napoli del ministro Salvini e il vertice a Caserta presieduto dal presidente del Consiglio Conte con la partecipazione di diversi componenti del governo, e la stessa visita del premier ieri a Napoli, manifestano una più chiara volontà di affrontare i drammi della Campania. Ce lo auguriamo. Ed è significativo che per la prima questione, la camorra, un gruppo di sacerdoti in prima linea in una delle zone di frontiera che più subisce la violenza efferata della criminalità organizzata, ha ristabilito la verità, ricordando la vera emergenza. Come è anche significativo che affiorano palesi divergenze sul modo di affrontare la spinosa questione dei rifiuti.
Insomma, sbriciolatosi il cemento «ideologico» che aveva creato un fronte unitario per quanto fittizio contro gli immigrati, ora per il Governo sopraggiunge la necessità di definire un’efficace strategia contro le «calamità umane» che mettono a rischio l’integrità fisica e la salute dei cittadini campani. Così emergono divergenze, contrasti, divisioni. Nulla di male. Fa parte della dialettica politica, sebbene a volte si ecceda in personalismi. In passato il Mezzogiorno, principalmente Napoli, sono stati fonte di accesi dibattiti, non sempre fruttuosi, ma che comunque davano risalto all’esigenza di affrontare i grandi temi del Meridione.
Il vero problema – ed è l’aspetto che preoccupa maggiormente - è l’esistenza o meno di un’adeguata maturità da parte dell’attuale classe dirigente nazionale nell’affrontare in modo disinteressato e allo stesso tempo appassionato camorra e rifiuti.
Come ha insegnato Noberto Bobbio, la politica è stabilire regole e prendere le decisioni che rendono possibile la convivenza all’insegna del bene comune. Allora se si vuole rompere con il passato, l’auspicio è che non si scenda a patti con demagogia, strumentalizzazioni, gruppi di pressione che agiscono dietro le quinte. Ma soprattutto è evitare di prendere - per incapacità o in modo consapevole decisioni «fasulle», la «madre» di tutte le sconfitte politiche nel Mezzogiorno. Governare significa rendere lo Stato concretamente visibile accanto ai cittadini contro i «mostri» che mettono a rischio la vita quotidiana. I «mostri» sono innanzitutto camorra e rifiuti. Chi governa ha la possibilità, peraltro godendo di un elevato indice di consenso proprio in Campania, di prendere le decisioni più idonee per migliorare la qualità del vivere insieme. Divagare, rinviare, cercare pretesti, non esserne all’altezza sarebbe imperdonabile. Sono problemi seri, ma che si possono risolvere, nella consapevolezza che si tratta di un importante banco di prova per questa classe dirigente. Perché - è bene ricordarlo - ogni politica meridionalista è per sua stessa natura politica nazionale.