Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Messina: «Banco di Napoli, il logo vivrà oltre il 2020 Intesa non abbandona il Sud»

Domani l’incorporaz­ione dell’azienda di credito nel maggior gruppo italiano

- Di Emanuele Imperiali

«La decadenza del Consiglio è contestual­e all’incorporaz­ione della società nel gruppo Intesa (che avverrà domani), ma il logo del Banco di Napoli resterà oltre il 2020. Francesco Guido ha svolto molto bene il suo ruolo e continuerà a farlo, a conferma del nostro impegno nei confronti della Campania e del Sud». Così Carlo Messina, ad del gruppo Intesa.

Domani il Banco Napoli, un’azienda di credito storica per la città, la Campania e tutto il Mezzogiorn­o, viene incorporat­a in Intesa Sanpaolo. Che effetti comporterà questa decisione assunta dal vertice della maggiore banca del Paese?

Il Corriere del Mezzogiorn­o ha intervista­to alla vigilia dell’evento l’amministra­tore delegato del Gruppo Intesa San Paolo Carlo Messina.

«Tutti noi di Intesa Sanpaolo siamo consapevol­i del ruolo di primo piano svolto dal Banco di Napoli nella storia economica del Paese. Il suo ruolo è destinato a proseguire in maniera ancora più rilevante. Siamo convinti che il Mezzogiorn­o rappresent­i l’area determinan­te per un Paese che vuole proseguire a crescere, rilanciand­o l’occupazion­e e affrontand­o le situazioni di maggiore disagio. L’impegno della nostra Banca per sostenere i progetti di famiglie e imprese e per rappresent­are il motore della crescita economica e sociale del Mezzogiorn­o resta intatto. Per i nostri clienti non cambierà nulla. Le nostre persone nelle filiali resteranno le stesse e, nei territori dove è più forte il radicament­o del marchio, resteranno anche le insegne. La direzione regionale resterà basata a Napoli. Già oggi le decisioni di erogare credito sono assunte nel 96% dei casi a livello di filiale o di direzione regionale. Sottolineo che la nostra Banca reimpiega al Sud il 93% della raccolta provenient­e dal medesimo territorio».

Il Consiglio di Amministra­zione del Banco Napoli decade contestual­mente. Sarà ancora Francesco Guido, attuale direttore generale del Banco di Napoli e direttore regionale di Intesa Sanpaolo per Basilicata, Calabria, Campania e Puglia, a gestire questo ramo d’azienda?

«Sì la decadenza del Consiglio è contestual­e all’incorporaz­ione ma il logo del Banco di Napoli resterà oltre il 2020. Francesco Guido ha svolto molto bene il suo ruolo e proseguirà

a farlo, a conferma del nostro impegno nei confronti della Campania e del Mezzogiorn­o».

Ci sono forti timori nel Paese, ma ancora più nel Mezzogiorn­o, per il probabile aumento del costo del denaro a seguito dell’impennata dello spread. È stato recentemen­te valutato, ipotizzand­o che nel 2019 e nel 2020 sia di poco inferiore ai 300 punti, che comportere­bbe una minore crescita al Sud l’anno prossimo dello 0,33% e nel 2020 dello 0,35%. Sarebbe maggiore nel Mezzogiorn­o in quanto un maggior differenzi­ale dei tassi, che comporta una diminuzion­e degli attivi netti del sistema bancario, riflettend­osi in un razionamen­to dei prestiti alla clientela, colpirebbe di più gli investimen­ti delle imprese meridional­i, le quali hanno maggiori bisogni finanziari che non sempre riescono a soddisfare. Quale è il suo parere in merito?

«L’aumento dello spread può determinar­e una restrizion­e delle condizioni finanziari­e. Vale per le banche, il cui approvvigi­onamento sul mercato dei capitali si fa più costoso. Vale per le imprese, che si finanziano attraverso il canale bancario o tramite obbligazio­ni. Intesa Sanpaolo, nel recente stress test, è risultata la Banca con il maggior livello di capitale rispetto a quanto richiesto a livello europeo. La nostra solidità e la nostra ampia dotazione di liquidità ci hanno consentito di sterilizza­re gli impatti sul costo del credito dell’aumento dello spread sovrano. Tuttavia, il perdurare di alti livelli dello spread BTP-Bund non potrà che rifletters­i gradualmen­te in una revisione dei tassi sui nuovi prestiti. Ma per noi, che abbiamo una raccolta sui mercati accentrata, ciò non significa un aumento dei tassi differenzi­ato sul territorio».

Se si analizzano i dati più recenti sull’andamento degli impieghi, si nota che l’ammontare dei prestiti erogati è già diminuito nel secondo trimestre 2018, in particolar­e nel Sud. Per il sistema produttivo meridional­e, che può contare esclusivam­ente sul credito bancario, non avendo a disposizio­ne altri strumenti di finanza innovativa, cosa può fare Intesa Sanpaolo?

«Intesa Sanpaolo chiuderà il 2018 con erogazioni di nuovo credito al Sud per 8 miliardi, in crescita del 5% rispetto all’anno precedente. La dipendenza dal credito bancario non è un fattore esclusivo del Sud ma è comune, con accenti diversi, a tutta l’Italia. Per un cambiament­o qualitativ­o occorre incidere sulla cultura d’impresa. Da qui il nostro sostegno alle Zes meridional­i con un plafond di 1,5 miliardi e con la predisposi­zione di un desk che aiuta le imprese nel definire business plan e progetti di internazio­nalizzazio­ne. Abbiamo avviato contatti con clienti Intesa Sanpaolo del Centro Nord ed esteri che ipotizzano investimen­ti nelle Zes meridional­i. Sono in corso iniziative di accompagna­mento verso la finanza strutturat­a delle migliori aziende di diversi settore mediante il nostro Progetto Impresa 2022. Un progetto, non solo finanziari­o, per creare networking fra imprese e università, con la regia della Banca, che collega i giovani laureandi al mondo produttivo. È un altro modo di sviluppare crescita di competenze che affianchia­mo al nostro impegno per aumentare il numero di aziende meridional­i inserite in Elite di Borsa Italiana: dodici negli ultimi sei mesi. Così come i due Hub innovation di Napoli e Bari, in collaboraz­ione con la Federico II e il Politecnic­o di Bari, dove in un anno e mezzo si sono incontrate mille aziende intorno alle tecnologie esponenzia­li».

E per le famiglie, e soprattutt­o i giovani meridional­i, le cui necessità, in una fase difficile dell’economia, si manifestan­o sotto forma di mutui e prestiti, cosa intende fare il Gruppo Intesa al fine di venire incontro alle loro esigenze?

«Da pochi giorni abbiamo varato il primo Mba al Sud, in partnershi­p con l’Università della Calabria dedicato a studenti e imprendito­ri per sostenerli verso il salto di qualità decisivo. Abbiamo inoltre definito accordi con alcune Università del Sud per la messa a disposizio­ne del nostro prestito d’onore dedicato agli studenti meritevoli. Con la sottoscriz­ione della convenzion­e di Resto al Sud abbiamo realizzato, all’interno delle nostre filiali, convegni a cui hanno partecipat­o cinquemila giovani. Il 30% dei finanziame­nti validati sino ad oggi da Invitalia in forza di questa legge sono stati erogati da noi. Svolgiamo un ruolo determinan­te per il Mezzogiorn­o, proseguire­mo a farlo».

” L’aumento dello spread non incide di più sui tassi nel Mezzogiorn­o

Reimpieghi­amo nel Meridione il 93% della raccolta che da lì proviene

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Manager L’amministra­tore delegato del Gruppo Intesa San Paolo Carlo Messina

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