Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Amico della Spagna
Una giornata di studi fondata sull’attenzione che lo storico scomparso ha da sempre dedicato al Paese, parte integrante della storia di Napoli
NAPOLI «Una persona di scuola». Una definizione bellissima, tra le tante che si sarebbero potute immaginare, con la quale Andrea Giardina, illustre studioso e presidente della Giunta centrale per gli Studi Storici, chiudeva il suo personale ricordo di Giuseppe Galasso in occasione del convegno dedicato al magistero del grande storico napoletano.
Una espressione perfetta per racchiudere in un titolo la poliedrica personalità di un intellettuale che ha militato nei campi più disparati dei saperi e dell’impegno civile scegliendo una prospettiva che teneva insieme la fierezza mai sopita dei successi di uno scolaro brillante e tenace, l’orgoglio per un percorso di crescita professionale che non ha mai tralasciato l’insegnamento in tutte le sue declinazioni, la consapevole responsabilità di essere la guida di persone cresciute grazie alla sua lezione umana e storiografica. Insomma, una chiave per definire l’uomo e l’intellettuale militante e accantonare per un attimo lo storico.
Le commemorazioni sono appuntamenti difficili e necessari. Ricordare un amico, poi, è una prova insieme complessa e delicata. E non vi è dubbio che Galasso sia stato, da sempre, un grande amico della Spagna. Ed è bello che dopo la sua Università e i suoi allievi, anche l’Instituto Cervantes di Napoli abbia sentito il bisogno di organizzare un incontro per celebrare questa amicizia solida e antica («Un’altra Napoli, la Spagna di Giuseppe galasso», domani, ore 17.30 nella sede di via Nazario Sauro; intervengono Enzo d’Errico, direttore del Corriere del Mezzogiorno, Francesco Durante, Paolo Isotta, Titti Marrone, Josè Vicente Quirante, Luigi Mascilli Migliorini, Carlos Hernando Sanchez).
Cercando di trovare le parole e i toni della consuetudine con gli interessi e le passioni mai semplicemente private dell’uomo, provando a riattraversare l’amabilità della conversazione e degli incontri, la contagiosa capacità di intessere relazioni e di tenere insieme le persone, l’allegria e il fascino dei racconti, la carica coinvolgente dei ricordi. Dimostra dunque un grande intuito la scelta di affidarsi al racconto di chi lo ha avuto accanto per trovare le parole per ricordare la passione per i libri e per il racconto, la necessità della musica, il bisogno della proiezione pubblica, l’amore per le terre iberiche declinato in una intensa rete di rapporti con allievi e colleghi che si sono tutti sentiti amici.
Perché la Spagna, come Galasso ha insegnato continuando e superando la storiografia crociana, è stata parte integrante della storia di Napoli, ne ha accompagnato la modernizzazione, ne ha sostenuto e rafforzato la proiezione europea, ne ha affiancato persino la riconversione nazionale andando a ricoprire, per una lunga fase culturale, lo scomodo ruolo di principale responsabile di un destino di arretratezza e di decadenza. Se la stagione dell’antispagnolismo si è chiusa, negli studi e nelle narrazioni, la ricchissima produzione scientifica di Galasso ha costruito il percorso per tenere insieme le due sponde del Mediterraneo in una relazione osmotica, con un parallelismo di storia politica, economica e culturale che, senza mai coprire le profonde diversità e l’autonomia delle due storie, ha saldato le dinamiche complesse costruitesi nei secoli passati che continuano a intessere una relazione fondativa tra i due Paesi e le due culture, tra di loro e l’Europa.