Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Sergio Cappelli: giusto dare un contributo al teatro Mino Cucciniello: costi più contenuti per i giovani
Sergio Cappelli entra a gamba tesa, sui social, nella polemica sollevata da una ragazza che ha chiesto a Riccardo Muti se fosse giusto pagare mille euro per una poltrona al San Carlo, politica che allontanerebbe i giovani dalla lirica, e dalla musica in generale. «I giovani — sottolinea il notaio Cappelli, che ha un seguito profilo intitolato Mr. Kind — non devono andare necessariamente alla apertura della stagione. E neanche alle prime. Per loro ci sono molte altre occasioni per andare all’opera. Addirittura prima degli abbonati, recandosi alla prova generale. Gli studenti dovranno pagare un biglietto, ma questo mi sembra equo. Perché è giusto che un universitario dia il suo contributo alla cultura. Crescerà con la consapevolezza che per partecipare della bellezza bisogna prodigarsi perché la bellezza accada. Partecipare all’apertura della stagione al San Carlo non significa soltanto sentire Muti, ma prendere parte a un evento importante per il nostro Massimo, per la nostra città. Significa dare il proprio contributo alla crescita di un Teatro che dappertutto ci invidiano e non sottrarsi di fronte a una richiesta di aiuto, non arretrare “perché non siamo a Milano”, dichiararsi disponibili a coltivare la bellezza. Sedersi in poltrona, o anche in loggione, sarà il segno che la cultura deve vincere. Anche sulla ritrosia ad apparire “privilegiati” , senza merito alcuno . Il merito di ciascuno sarà nell’avere rinunciato alla rassicurante scelta del “basso profilo” , per esserci . E apparire , mostrandosi fieri di avere indossato l’abito della domenica per celebrare una festa». Una festa interpretata con entusiasmo da Mino Cucciniello, storico abbonato alle prima del Massimo napoletano, che sottolinea il valore assoluto della serata che per settanta selezionati ospiti si concluderà nella sua casa a ridosso di piazza Trieste e Trento, per una cena post teatr0. «Muti mancava dal podio del Massimo dal 1984. All’epoca diresse Macbeth — ricorda —. Giusto dunque dare un valore particolare ad una serata di grandissimo rilievo. Del resto a La Scala il biglietto della prima si paga tre volte tanto e nessuno fa una piega. Certo, a Milano il teatro risplende di luce e di fiori e offre uno sfarzo che dà alla serata una cornice speciale. Mi piacerebbe questa sera entrare al San Carlo e respirare una simile aria. E mi piacerebbe che, oltre la prima, i giovani potessero contare su repliche a costi veramente abbordabili. Per ora non è così e non è un certamente un caso se non tutti i biglietti della rappresentazioni dei prossimi giorni sono stati venduti».