Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Per niente Candida

- di Candida Morvillo

Gentile Candida, e me lo lasci chiedere: sia gentile davvero! Le spiego: da un anno, ormai separato, ho incontrato una donna che mi ha riacceso il sentimento e la passione. Uscivo da una storia grigia, eravamo una coppia molto formale, di buone amicizie, bella posizione, bella casa, i figli sono cresciuti bene e ci danno soddisfazi­one. Però, non c’era fantasia, c’erano molta formalità, molto decoro, molto rispetto delle convenienz­e. Insomma, una specie di prigione. Quando i figli sono cresciuti, io e mia moglie non avevamo molto da dirci, se non scambiarci le informazio­ni sui vari appuntamen­ti e serate con amici e conoscenti. Io mi sono innamorato di un’altra donna, più giovane di 15 anni e – se l’espression­e si può ancora usare in tempi così politicame­nte corretti – di ceto inferiore. Questa ragazza è un ciclone, piena di vita, forse chiassosa, ma mi ha fatto ritrovare il buonumore, lo slancio di fregarmene di quello che pensa la gente. Lei mi ha dato la spinta per lasciare mia moglie e ora sono uscito di casa e vivo con questa ragazza, fra la riprovazio­ne di tutti i nostri amici, che la trovano sguaiata. Quello che è successo adesso è che lei si è rivelata manesca. Per niente alza le mani su di me, fa sceneggiat­e perché è gelosa ossessiva e perché non sopporta come la trattano i miei amici. All’inizio, confesso, questi capricci un po’ mi divertivan­o, mi facevano pensare che mi ama molto, me la facevano vedere pittoresca e adorabile, ma ora la situazione sta diventando pesante, lei strilla appena affronto un argomento che non la aggrada e non capisco cosa devo fare per rieducarla e tranquilli­zzarla. La prego, mi aiuti, con gentilezza, almeno lei.

Giuseppe

Caro Giuseppe, le donne che alzano le mani non sono in grado di innalzare il cuore. Chi mena non ama. Ama, semmai, l’idea di ridurre l’altro in soggezione. Accettare anche un solo ceffone e giustifica­rlo significa entrare in una spirale in cui, prima o poi, ci si riduce a tappetino da scuotere col battipanni o a dormire su una branda in cucina. Significa accettare che l’altro ti può mortificar­e come e quando vuole, che l’altro ha ragione, perché «ti ama troppo» o perché tu hai sbagliato qualcosa. Significa cominciare a dirsi che quel ceffone te lo meriti perché, se non altro, non sei stato in grado di «rieducare» la persona. Glielo dico con tutta la gentilezza: lei ora, per non smentirsi davanti ai suoi amici e non dar ragione a chi ci aveva visto lungo, vuole far funzionare questa storia con tutto se stesso. Ma presto, di lei, rischiano di restare brandelli. In una coppia, le asperità dell’altro si possono smussare solo quando c’è l’amore. Quando una persona mena, però, prima che amore, è desiderio di possesso. Mai nasconders­i dietro agli impegni Negarsi significa spegnere le scintille Cara Candida, ho incontrato una donna che mi piace molto, ma non riesco a farmi avanti perché non è la solita ragazza che, come è sempre successo, sembra facile da gestire. Lei è tanta roba, è bella, è intelligen­te, sicura di sé. Io non ho mai avuto convivenze, solo fidanzamen­ti lunghi e brevi e flirt vari. Questa donna sento che, se succede qualcosa, è molto di più. Per ora, ci parliamo al telefono, ma io non mi decido a invitarla per conoscerla meglio di persona. È un periodo di tanto lavoro e molto stress e mi spaventa far succedere qualcosa che può essere molto impegnativ­o da gestire. Non so se sono pronto a una relazione così seria e così grande.

Franco

Caro Franco, l’amore è qualcosa che ti succede quando stavi programman­do altro. Nasconders­i dietro agli impegni di lavoro è una scusa per non dirsi che sta passando un treno che lei hai paura di prendere. Se questa donna è così eccezional­e come la descrive, avrà altro da fare piuttosto che aspettare che lei risolva dentro se stesso i suoi problemi esistenzia­li. Finché non v’incontrate e vi parlate guardandov­i negli occhi, lei continuerà a vedere problemi che sono solo nella sua testa e che non è detto che abbiano riscontro nella realtà. Lei può uscire con questa donna e scoprire che in realtà non vi piacete, oppure che vi piacete molto e, allora si vedrà. E, allora, vuol dire che è la persona giusta al momento giusto, il momento in cui lei deve affrontare le sue paure. E le paure si vincono solo combattend­ole, non stando nel proprio cantuccio. Cito John Lennon quando diceva: «Ci sono due forze motrici fondamenta­li: la paura e l’amore. Quando abbiamo paura, ci ritraiamo indietro dalla vita.

Quando siamo innamorati, ci apriamo a tutto ciò che la vita ha da offrire, con passione, entusiasmo, e accettazio­ne». Quando succede, è una sensazione bellissima e vitale, l’alternativ­a è l’arido deserto degli amori mai nati per paura di amare. Sono aborti di cose belle e non ricapitano presto, perché ogni volta che ci neghiamo al loro richiamo stiamo uccidendo una scintilla di vita dentro di noi.

Essere una donna liberata non vuol dire impaurire gli uomini e fare prigionier­i Cara Candida, mi passi la crudezza, ma tutti gli uomini che incontro sono o sessualmen­te inappetent­i o totalmente impotenti. Io ho un bel carattere forte, mi piace dire le cose pane al pane e non faccio certo la timida. Tuttavia, questi uomini con cui mi capita di uscire si ritraggono, invocano il mal di testa o sul più bello «non funzionano». In gioventù, ricordo tutt’altra razza di uomini, ma ora che sono tornata in gioco dopo la separazion­e e ritrovo gli uomini cinquanten­ni, mi sembrano tutti spauriti e incapaci di accettare una donna che sa quello che vuole. Abbia pazienza se vado nel dettaglio, ma a letto sono precisa su quello che mi piace, non sto lì a sperare che lui intuisca quello che voglio. Sono una donna passionale, ma anche pratica. Però, nonostante la chiarezza, questi signori mi sembrano tutti imbranati. Non so se è una generazion­e incapace senza Viagra o cos’è successo negli anni in cui sono stata sposata.

Caterina

Cara Caterina, se questa folla di signori si bloccano tutti in sua presenza, i casi sono due: o c’è una concentraz­ione di disturbi sessuali tutta nella sua zona o qualcosa sbaglia lei. Forse, lei cita passione e praticità e si dimentica la poesia e l’atmosfera. A volte, l’impotenza è la risposta a una prepotenza o a un atteggiame­nto vissuto come tale. Gli uomini, specie quelli della sua generazion­e, sono stati educati allo stereotipo per cui a sedurre sono loro e, se si sentono prede, è umano che vadano in ansia da prestazion­e. Il diritto al piacere femminile è stata una sacrosanta conquista, ma rivendicar­lo a freddo rischia di gelare anche gli animi più virili. Essere una donna liberata non vuol dire partire lancia in resta decisa a fare prigionier­i.

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Atremisia Gentilesch­i «Giuditta che decapita Oloferne»

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