Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Giravolta de Magistris «Europee, non ci sarò»
Il sindaco: il primo dicembre vedremo se ci sono condizioni per una lista
All’Espresso aveva detto che in caso di elezione a Bruxelles «lascerebbe subito il posto al secondo eletto». Ora invece afferma: non mi candiderò.
NAPOLI Pareva volesse candidarsi a tutto: Europee, Regionali, anche alle politiche «se si andasse al voto nel 2019». E non solo. Perché in un’intervista rilasciata all’Espresso lo scorso 18 novembre, Luigi de Magistris aveva parlato addirittura di un suo futuro da premier. «Il mio obiettivo è candidarmi alla guida del Paese». E invece? Pochi giorni dopo, l’ennesima giravolta del sindaco di Napoli che, sempre su l’Espresso, aveva anche detto che, in caso di elezione a Bruxelles, «questa volta lascerei subito il posto al secondo eletto», quasi come fosse scontata una sua affermazione. E ora invece afferma: «Io non sono candidato. Ringrazio chi chiede una mia candidatura, ma ora è importante aver lanciato un appello per unire esperienze differenti che si riconoscono in valori comuni». Parole che, se non smentite, sono difficilmente interpretabili. Pensiero reso pubblico da de Magistris in vista dell’appuntamento a Roma di sabato 1 dicembre, al teatro Italia, dove si incontreranno «esperienze di lotta dei territori, esperienze credibili, amministratori, militanti, movimenti, comitati e reti civiche per vedere — ha ribadito — se ci sono le condizioni per mettere insieme un metodo per rafforzare il progetto politico di un campo largo, di una coalizione civica vasta. Se ciò accadrà una delle prime domande che ci porremo è valutare la possibilità di fare insieme liste elettorali per le europee».
Ma cosa sarà accaduto in soli 8 giorni? Probabilmente, l’ex pm deve aver fatto due conti e deve aver compreso che, per essere eletti alle Europee, serve una coalizione, servono intese ed anche molti voti. Evidentemente, perché il sindaco ha compreso di non poter fare affidamento su nessuna di queste tre componenti. Almeno in questo momento. Né lui, né il suo movimento Dema. Inoltre, i Cinquestelle, a cui il sindaco strizza l’occhio, hanno altre idee. Meglio, perciò, lanciare la palla lontano e rinviare il discorso alle Regionali 2020, sperando di riuscire a sfidare De Luca per assicurarsi un futuro politico in consiglio regionale una volta terminato il doppio mandato di sindaco.
Sgomberato il campo dall’ennesima — ma poi rinnegata — candidatura il sindaco ha a che fare con cose più terreni: il 28 e il 29 dicembre sono convocate due sedute per il via libera al nuovo Piano di riequilibrio. L’esito del voto appare comunque scontato. Dopo il pronunciamento della Corte dei conti, che ha rinviato alla Consulta la valutazione sulla costituzionalità del provvedimento dei giudici contabili sospendendo il blocco della spesa, non dovrebbe esserci il rischio che il Piano non venga approvato portando allo scioglimento il Consiglio comunale: questo, nella maggioranza, pare non volerlo nessuno. Benché in tanti siano scontenti per non essersi vista riconoscere una poltrona nel recente rimpasto. «Ma ci sarà anche un secondo tempo e, se necessario, i supplementari e i calci di rigore» ha rassicurato gli alleati, con metafora calcistica, il primo cittadino. Che, presto, però, potrebbe portare a casa una nuova, buona notizia. Perché, come anticipato dal Corriere del Mezzogiorno,e come confermato dal vicesindaco e assessore al Bilancio, Enrico Panini, «c’è l’impegno del governo ad annullare gli effetti della sanzione da 85 milioni con un emendamento alla legge di bilancio» in votazione al Senato; sanzione da scontare sotto forma di minori trasferimenti statali per la mancata iscrizione in bilancio del debito con il Consorzio Cr8. Debito, va ricordato, risalente all’epoca post-terremoto di cui lo Stato si è però accollato — perché in gran parte di sua competenza — il 77 per cento dell’onere. «Se non c’è più il reato non può esserci la sanzione» ha rimarcato il numero due della giunta de Magistris. Che ha spiegato anche come «non c’è alcuna opposizione da parte del ministero dell’Economia in quanto si tratta di un’operazione a saldo zero per le casse dello Stato».
Gli impegni
Il 28 e il 29 dicembre sono convocate due sedute di consiglio sul Piano di riequilibrio