Corriere del Mezzogiorno (Campania)
«Luigi sia coerente e lasci tutti gli incarichi»
Era prima cittadina a Quarto, fu cacciata da Grillo
ADi Maio direi di dimettersi per essere coerente con quanto finora lui e i suoi hanno predicato». Così l’ex sindaco di Quarto Rosa Capuozzo.
NAPOLI
Ormai, a due anni dall’espulsione dal Movimento 5 stelle, annunciata come un fulmine a ciel sereno sul blog di Beppe Grillo, Rosa Capuozzo primo sindaco grillino della Campania, è certamente serena. L’ex prima cittadina continua la sua professione di avvocato e svolge il ruolo di consigliere di opposizione nell’assemblea civica di Quarto. Da tempo è impegnata con il sindaco di Parma Federico Pizzarotti nella costruzione del movimento Italia in Comune. È serena, ma non ha dimenticato l’«affronto». Fu licenziata per non aver denunciato “immediatamente e senza tentennamenti alle autorità ogni ricatto o minaccia”. Sulla tegola caduta sulla testa del vicepremier Di Maio non ha dubbi. «Quando si è così intransigenti come lo è sempre stato lui, non bisogna avere scheletri nell’armadio. Ora per coerenza politica dovrebbe dimettersi».
Così lei pensa che dovrebbe lasciare per un problema che eventualmente investe il padre?
«Non sto chiedendo le sue dimissioni. È il Movimento che sbandiera determinati principi. Chiaramente ci sono regole diverse, a seconda che si tratti di ministri o di semplici sindaci o consiglieri comunali. Due pesi e due misure. Le regole sono fatte su misura. Pensi al limite dei due mandati: ora già iniziano a dire che in realtà dovrebbe essere di 10 anni, che non si applica a cariche diverse...».
Dopo la rottura ha rivisto o risentito Di Maio?
«No. ha pensato bene di girare alla larga da Quarto. La mia è una città difficile, c’è una situazione ambientale pesante. Mica è una metropoli importante come Roma o Torino».
Lei, in qualità di responsabile campana di Italia in Comune, è in contatto con Pizzarotti. ha parlato con lui dell’affair Di Maio?
(Risata).
«No, il nostro non è un movimento giustizialista, non ci concentriamo mai sulle situazioni personali. Non posso però non sottolineare che quello che è successo è di una gravità inaudita. Di Maio dovrebbe essere cosciente di aver infranto tutte le regole predicate dal Movimento 5 Stelle».
Pensa che ne pagherà le conseguenze?
I«Non credo proprio. Tutto finirà in una bolla di sapone. Di maio ha piazzato i suoi fedelissimi nei posti chiave: faranno quadrato attorno al capo».
Potrebbero però esserci strappi esterni.
«Questo non lo escludo». Da parte degli elettori? «Dipende. Esistono due tipi di elettori del M5S: i tifosi, che portano acqua a prescindere, e quelli più politici che, mi auguro, ora hanno gli elementi per riflettere».
Renzi e Boschi avrebbero dovuto dimettersi?
«No. In base allo stesso principio anche Di Maio non dovrebbe farlo se il M5S non avesse avuto un atteggiamento così marcatamente giustizialista».
Scusi ma lei cosa ci faceva in un movimento così marcatamente giustizialista?
«In passato il movimento aveva tante anime: io ero un’attivista, prima che una politica. La deriva populista e giustizialista si è manifestata in un secondo momento per fini esclusivamente elettorali».
Se incontrasse Di Maio cosa gli direbbe?
(Ancora una risata).
«Di chiudere il suo mandato con le dimissioni, l’unica scelta coerente che potrebbe fare».