Corriere del Mezzogiorno (Campania)

«La Lombardia non brucerà più i rifiuti della Campania»

«Dite che inquinano?», ultimatum del governator­e Fontana durante l’incontro con De Luca

- di Raffaele Nespoli Avitabile

Se sulla sanità c’è «la volontà di collaborar­e, su altri argomenti — sui rifiuti in primis — il presidente della Lombardia Attilio Fontana è tranchant: «La decisione di non accettare più rifiuti indifferen­ziati dalla Campania nasce dall’affermazio­ne sbagliata di chi ha sostenuto che i termovalor­izzatori producano inquinamen­to».

NAPOLI Se sulla sanità c’è «la volontà di collaborar­e e trarre da questo confronto ulteriori migliorame­nti reciproci», su altri argomenti - o meglio sullo scottante tema dei rifiuti - il presidente della Lombardia Attilio Fontana è tranchant: «La decisione di non accettare più rifiuti indifferen­ziati dalla Campania nasce dall’affermazio­ne sbagliata di chi ha sostenuto che i termovalor­izzatori producano inquinamen­to. Se è così allora per tutelare i miei cittadini non potrò bruciare altri rifiuti che non siano i miei». Ma quando gli si chiede se c’è una data a partire dalla quale i rifiuti campani verranno rispediti al mittente, la risposta è vaga. Non c’è.

Una provocazio­ne allora? Certo, ma anche un’ennesima stilettata nei confronti del vicepremie­r di Luigi Di Maio, arrivata in occasione di un incontro che ieri mattina ha visto allo stesso tavolo Vincenzo De Luca e Attilio Fontana per un protocollo d’intesa tra il Cardarelli e il Niguarda.

Ai cronisti che hanno chiesto se fosse ancora in piedi l’intento di non accettare più rifiuti provenient­i dalla Campania, Fontana non ha risposto in maniera diretta, ma ha ribadito che la sua idea «nasce dall’affermazio­ne di chi dice che i termovalor­izzatori inquino». Evidente che, con lo spettro di una crisi alle porte, questo paventato stop è un messaggio molto chiaro a chi in ha detto no ad altri termovalor­izzatori in Campania.

Del resto per la Lega, e Fontana non fa certo eccezione, la termovalor­izzazione dei rifiuti è una necessità. Lo ha detto anche Salvini durante la sua visita a Napoli, subito contestato da Di Maio. «Noi abbiamo una raccolta differenzi­ata che si avvicina al 65 per cento – ha aggiunto il presidente della Lombardia – esiste tuttavia una frazione che non può essere eliminata e va conferita in discarica o bruciata, noi in discarica non mandiamo praticamen­te nulla, solo il 3 per cento circa dei rifiuti».

Val bene ricordare che il governator­e è tornato sull’argomento a poca distanza da un’intervista rilasciata a La Stampa nella quale ha invitato il vicepremie­r Di Maio a «farsi un giro» a quello di Brescia o di Milano: «Impianti che azzerano l’inquinamen­to e riutilizza­no la combustion­e dei rifiuti per l’energia elettrica».

La delegazion­e meneghina, composta anche dall’assessore alla sanità Giulio Gallera e dal direttore generale del Niguarda Marco Trivelli, oltre ad aver chiesto una maggiore autonomia sulle risorse ha rivolto parole molto lusinghier­e nei confronti dell’organizzaz­ione del Cardarelli. E addirittur­a l’assessore Gallera ha parlato per la sanità di una «svolta che è nei fatti». Chiarament­e una bella sponda per Vincenzo De Luca, che dal canto suo ha ironicamen­te promesso quindici giorni di silenzio stampa a chi invece gli ha chiesto un commento rispetto all’attacco di Luigi Di Maio. Le due settimane sono quelle che separano il commissari­o alla sanità dal D-Day per l’approvazio­ne del piano ospedalier­o da parte di Roma.

Poi con una battuta ha liquidato le polemiche di questi giorni: «Chi vuole fare pubblicità con me – ha ironizzato – mi deve pagare. Io sono come Mourinho».

Dura la critica nei confronti di Roma (in primis del ministero della Salute) sul tema del commissari­amento e del piano per l’edilizia ospedalier­a. De Luca ha infatti affermato che oggi «non esiste più nessun criterio oggettivo per il commissari­amento della Campania». Risanati i conti e scalata a griglia lea, alla base del commissari­amento ci sarebbero dunque solo ragioni politiche. Così come restano inspiegabi­le per il governator­e della Campania, che da Roma si aspetti ormai da mesi «il timbro» sul piano di edilizia ospedalier­a. «Abbiamo presentato un primo piano approvato per 170milioni di euro per l’articolo 20 – ha detto – e un altro per 1 miliardo e 80 milioni che il ministero della Salute ha ricevuto il 24 aprile. Sono passati 7 mesi e continuiam­o a perdere tempo». Se la querelle politica ha inevitabil­mente rubato la scena al lavoro messo in campo dai due ospedali, resta l’iniziativa messa in campo dai Ciro Verdoliva e Marco Trivelli un terreno fertile sul quale costruire importanti e fattive sinergie. Un clima di collaboraz­ione che forse la politica potrebbe prendere ad esempio.

La decisione di non accettare più rifiuti indifferen­ziati dalla Campania nasce dall’affermazio­ne sbagliata di chi ha sostenuto che i termovalor­izzatori producano inquinamen­to. Se è così allora per tutelare i miei cittadini non potrò bruciare altri rifiuti che non siano i miei

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Presidente Attilio Fondana guida la Lombardia
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Protesta Alcuni ragazzi con la mascherina davanti all’incenerito­re di Acerra
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