Corriere del Mezzogiorno (Campania)
«La Lombardia non brucerà più i rifiuti della Campania»
«Dite che inquinano?», ultimatum del governatore Fontana durante l’incontro con De Luca
Se sulla sanità c’è «la volontà di collaborare, su altri argomenti — sui rifiuti in primis — il presidente della Lombardia Attilio Fontana è tranchant: «La decisione di non accettare più rifiuti indifferenziati dalla Campania nasce dall’affermazione sbagliata di chi ha sostenuto che i termovalorizzatori producano inquinamento».
NAPOLI Se sulla sanità c’è «la volontà di collaborare e trarre da questo confronto ulteriori miglioramenti reciproci», su altri argomenti - o meglio sullo scottante tema dei rifiuti - il presidente della Lombardia Attilio Fontana è tranchant: «La decisione di non accettare più rifiuti indifferenziati dalla Campania nasce dall’affermazione sbagliata di chi ha sostenuto che i termovalorizzatori producano inquinamento. Se è così allora per tutelare i miei cittadini non potrò bruciare altri rifiuti che non siano i miei». Ma quando gli si chiede se c’è una data a partire dalla quale i rifiuti campani verranno rispediti al mittente, la risposta è vaga. Non c’è.
Una provocazione allora? Certo, ma anche un’ennesima stilettata nei confronti del vicepremier di Luigi Di Maio, arrivata in occasione di un incontro che ieri mattina ha visto allo stesso tavolo Vincenzo De Luca e Attilio Fontana per un protocollo d’intesa tra il Cardarelli e il Niguarda.
Ai cronisti che hanno chiesto se fosse ancora in piedi l’intento di non accettare più rifiuti provenienti dalla Campania, Fontana non ha risposto in maniera diretta, ma ha ribadito che la sua idea «nasce dall’affermazione di chi dice che i termovalorizzatori inquino». Evidente che, con lo spettro di una crisi alle porte, questo paventato stop è un messaggio molto chiaro a chi in ha detto no ad altri termovalorizzatori in Campania.
Del resto per la Lega, e Fontana non fa certo eccezione, la termovalorizzazione dei rifiuti è una necessità. Lo ha detto anche Salvini durante la sua visita a Napoli, subito contestato da Di Maio. «Noi abbiamo una raccolta differenziata che si avvicina al 65 per cento – ha aggiunto il presidente della Lombardia – esiste tuttavia una frazione che non può essere eliminata e va conferita in discarica o bruciata, noi in discarica non mandiamo praticamente nulla, solo il 3 per cento circa dei rifiuti».
Val bene ricordare che il governatore è tornato sull’argomento a poca distanza da un’intervista rilasciata a La Stampa nella quale ha invitato il vicepremier Di Maio a «farsi un giro» a quello di Brescia o di Milano: «Impianti che azzerano l’inquinamento e riutilizzano la combustione dei rifiuti per l’energia elettrica».
La delegazione meneghina, composta anche dall’assessore alla sanità Giulio Gallera e dal direttore generale del Niguarda Marco Trivelli, oltre ad aver chiesto una maggiore autonomia sulle risorse ha rivolto parole molto lusinghiere nei confronti dell’organizzazione del Cardarelli. E addirittura l’assessore Gallera ha parlato per la sanità di una «svolta che è nei fatti». Chiaramente una bella sponda per Vincenzo De Luca, che dal canto suo ha ironicamente promesso quindici giorni di silenzio stampa a chi invece gli ha chiesto un commento rispetto all’attacco di Luigi Di Maio. Le due settimane sono quelle che separano il commissario alla sanità dal D-Day per l’approvazione del piano ospedaliero da parte di Roma.
Poi con una battuta ha liquidato le polemiche di questi giorni: «Chi vuole fare pubblicità con me – ha ironizzato – mi deve pagare. Io sono come Mourinho».
Dura la critica nei confronti di Roma (in primis del ministero della Salute) sul tema del commissariamento e del piano per l’edilizia ospedaliera. De Luca ha infatti affermato che oggi «non esiste più nessun criterio oggettivo per il commissariamento della Campania». Risanati i conti e scalata a griglia lea, alla base del commissariamento ci sarebbero dunque solo ragioni politiche. Così come restano inspiegabile per il governatore della Campania, che da Roma si aspetti ormai da mesi «il timbro» sul piano di edilizia ospedaliera. «Abbiamo presentato un primo piano approvato per 170milioni di euro per l’articolo 20 – ha detto – e un altro per 1 miliardo e 80 milioni che il ministero della Salute ha ricevuto il 24 aprile. Sono passati 7 mesi e continuiamo a perdere tempo». Se la querelle politica ha inevitabilmente rubato la scena al lavoro messo in campo dai due ospedali, resta l’iniziativa messa in campo dai Ciro Verdoliva e Marco Trivelli un terreno fertile sul quale costruire importanti e fattive sinergie. Un clima di collaborazione che forse la politica potrebbe prendere ad esempio.
La decisione di non accettare più rifiuti indifferenziati dalla Campania nasce dall’affermazione sbagliata di chi ha sostenuto che i termovalorizzatori producano inquinamento. Se è così allora per tutelare i miei cittadini non potrò bruciare altri rifiuti che non siano i miei