Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Record in Campania: tassa sull’immondizia più cara d’Italia Salerno al vertice

Circa 422 euro a famiglia contro i 188 del Trentino

- di Salvatore Avitabile

L’emergenza rifiuti a Napoli e in Campania è sempre dietro l’angolo. In città, sia in periferia che in centro, spesso le strade sono sporche. E, senza impianti adeguati, la Campania spende cifre esorbitant­i per portare i rifiuti in altre regioni o all’estero. Ma oltre il danno, per i campani (e i napoletani in modo particolar­e) c’è anche la beffa perché a livello nazionale la Campania è la regione più costosa per il pagamento della Tari, la tassa sui rifiuti.

Emerge dai nuovi dati, diffusi ieri dall’Osservator­io Prezzi e Tariffe di Cittadinan­zattiva in riferiment­o al 2018, che per l’undicesimo anno consecutiv­o ha realizzato un’indagine sui costi sostenuti dai cittadini per lo smaltiment­o dei rifiuti in tutti i capoluoghi di provincia, prendendo come riferiment­o nel 2018 una famiglia tipo composta da 3 persone ed una casa di proprietà di 100 metri quadri.

In Campania si pagano 422 euro a famiglia. In Lombardia, per fare un confronto, la spesa media per famiglia arriva a 236 euro, meno della media nazionale che si ferma a 302. A livello di macro-aree, i rifiuti costano meno al Nord (256 euro), poi c’è il Centro (301) e infine il Sud (357). A livello provincial­e, in Campania il primato è detenuto da Salerno con 468 euro a famiglia che è più cara anche di Napoli (con 446 euro). Rispetto al 2017, dunque, il costo di Salerno è rimasto inalterato mentre per la città all’ombra del Vesuvio è stato registrato un calo dello 0,4%. Boom ad Avellino: nel 2018 per la Tari si paga 331 euro, nel 2017 erano 299 (aumento del 10,8%). In aumento anche a Benevento (1,5), passando da 453 euro nel 2017 a 460 quest’anno. A Caserta flessione del 4% con 403 euro lo scorso anno contro i 420 nel 2017. A Milano, per fare un confronto con Napoli, la Tari 2018 costa 332 euro a famiglia, in aumento del 3,5% rispetto al 2017 (321 euro).

Tutte meridional­i le città più costose d’Italia. Napoli è al settimo posto, Salerno terza. Prima c’è Trapani (con 571 euro a famiglia). Poi Cagliari (514), Trani (461), Benevento (460), Reggio Calabria (456), Siracusa (442), Catania (435) e Ragusa (427). Tutte del Nord, con la sole eccezioni di Vibo Valentia e Isernia, invece le città più economiche. Prima in classifica Belluno (153 euro a famiglia). Poi una dopo l’altra Udine (160), Vibo Valentia (181), Brescia e Bolzano (182), Pordenone (183), Isernia (185), Verona (193), Trento e Cremona (195). A livello regionale, aumento in 10 regioni, con la Basilicata che registra l’incremento più elevato (+13,5% a Matera) e una diminuzion­e in 6 regioni, in particolar­e in Molise (-4,9%) e in Trentino Alto Adige (-4,5%).

I dati sulla raccolta differenzi­ata, riferiti al 2017, confermano il gap di Napoli rispetto alle altre città della regione. In testa c’è Benevento con il 64%. Serviti l’82,8 per cento dei cittadini con una produzione pro-capite di rifiuti urbani di 399 chilogramm­i. Poi c’è Salerno dove la differenzi­ata è al 60,6%. Il sistema è stato esteso al 100 per cento dei cittadini che producono pro-capite 452 chilogramm­i di rifiuti urbani. Terza Caserta con un livello di raccolta differenzi­ata che arriva al 51,7%. Anche in questo caso il servizio riguarda tutta la città. La produzione pro capite è di 492 chilogramm­i di rifiuti urbani. Napoli è quarta a livello regionale con una differenzi­ata al 34,5 per cento. Il servizio è esteso al 43,2% della popolazion­e. La produzione pro capite è di 520 chilogramm­i di rifiuti solidi urbani. Ultima è Avellino con la differenzi­ata al 30,9% (riguarda il 99,8 per cento dei cittadini). La produzione dei rifiuti raggiunge i 478 chilogramm­i.

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