Corriere del Mezzogiorno (Campania)
«Monumentando, basta pubblicità» Il Tar annulla la delibera del Comune
Accolto il ricorso di due imprese Brancaccio: «Chiederemo all’ente locale che rimuova subito quei cartelloni»
NAPOLI È illegittima e va per questo annullata la determina dirigenziale del Comune di Napoli che il 14 febbraio ha concesso alla Uno Outdoor, aggiudicataria di Monumentando, la proroga di undici mesi - a decorrere dalla data di installazione dei teli - dei cartelloni pubblicitari sulle Torri aragonesi.
Lo ha stabilito la prima sezione del Tar Campania, che ha accolto il ricorso presentato da due società concorrenti di Uno Outdoor – si chiamano Avner Lavi Holdings e The Wall Media - e dall’ associazione culturale Mario Brancaccio. Decisione pesante, quella dei giudici, perché arriva proprio mentre sono in corso i lavori aggiudicati sulla base del provvedimento che ora è stato annullato.
La sentenza è immediatamente esecutiva e per questo l’avvocato Gaetano Brancaccio, il presidente dell’associazione culturale, che ha curato il ricorso insieme al suo collega Ezio Maria Zuppardi, annuncia che oggi chiederà all’ufficio pubblicità del Comune la rimozione dei cartelloni che propagandano alcuni pigiami e che fruttano introiti pubblicitari pari a 240.000 euro al mese. Attacca: «Il Comune ha grosse responsabilità e non ne ha minori il sovrintendente Garella, che ha autorizzato tutto. Già una delibera dell’Anac aveva espresso forti critiche in merito a Monumentando e sono aperte due inchieste, una della Procura della Repubblica ed una della Corte dei Conti».
Da Palazzo San Giacomo filtrano poche battute: «Dopo avere acquisito il parere dell’avvocatura decideremo se appellarci al consiglio di Stato». Il progetto di restauro delle torri, del guado del Carmine, della fontana della Marinella e della murazione aragonese fu approvato a novembre 2016 nell’ambito della procedura di sponsorizzazione di ventisette monumenti cittadini . I lavori iniziarono il 7 novembre, ma furono interrotti due settimane più tardi a seguito del crollo di un tratto del paramento in pietra della Torre Brava. Il I dicembre il sovrintendente effettuò un sopralluogo al cantiere ed ordinò un intervento di consolidamento. La perizia di variante fu trasmessa da Uno Outdoor a giugno 2017. Prevedeva una spesa complessiva di 1.821.021 euro, con un maggiore esborso di 715.365 euro rispetto all’importo stimato del lotto da parte dell’azienda.
Per questo Uno Outdoor chiedeva di poter esporre per altri undici mesi, a partire dall’avvio del nuovo cantiere, i manifesti delle aziende che avevano stipulato con essa un contratto per mettere la loro pubblicità in mostra sulle torri. La perizia di variante è stata approvata a gennaio di quest’anno dalla Soprintendenza e recepita a febbraio dal Comune di Napoli. Proprio quest’ultimo provvedimento è finito ora sotto la scure dei giudici del Tar. «Nessun compenso aggiuntivo avrebbe dovuto essere riconosciuto all’affidatario per effetto dei lavori strutturali alle Torri – argomentano i magistrati - in quanto tale intervento doveva ritenersi già originariamente contemplato nell’aggiudicazione della gara di due anni fa».
La scheda tecnica relativa alle Torri, infatti, ed in funzione della quale l’azienda nel 2016 aveva formulato la sua offerta, rilevava già, sottolineano le toghe, «che lo stato di conservazione era pessimo e che tipologia di intervento prevista doveva comprendere, tra l’altro, il consolidamento strutturale». I giudici si spingono oltre, peraltro, perché stabiliscono che è stata illegittima anche la quantificazione del maggior costo per i lavori di consolidamento delle Torri da parte di Uno Outdoor. «La perizia di variante – argomentano – ha rapportato l’importo dei maggiori costi degli interventi aggiuntivi (715.365,64 euro) al valore stimato dell’intero contratto di sponsorizzazione ( 3.500.000 euro) anziché al valore del solo lotto IX (Torri del Castello del Carmine, 486.000 euro)».
Tanto basta ai magistrati per cancellare la determina del Comune senza neppure prendere in considerazione i motivi del ricorso delle due aziende concorrenti di UnoOutdoor. Queste ultime sostenevano che i nuovi lavori alle Torri avrebbero dovuti essere messi a gara e non avrebbero potuto essere aggiudicati senza un nuovo bando.
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Ce ne sono di grosse sia da parte di Palazzo San Giacomo che del sovrintendente Garella
Cantone Già l’Anac aveva espresso forti critiche e ci sono due inchieste ancora attualmente aperte