Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Preso Orlando Salvini: anche per lui pacchia finita

- T. B.

L’hanno preso alle cinque del mattino, nella confortevo­le casa di Mugnano che aveva scelto come nascondigl­io. Antonio Orlando, 60 anni, latitante da 15, era inserito nell’elenco dei 15 latitanti più pericolosi. Il colpo è riuscito ai carabinier­i del nucleo investigat­ivo di Castello di Cisterna, al termine di lunghe indagini coordinate dal pm della Dda Maria Di Mauro. Due le ordinanze che gli sono state notificate: è accusato di essere un elemento di vertice del cartello Nuvoletta — Orlando — Polverino, attivo nelle zone di Marano, Quarto e Pianura. Quando ha compreso che di lì a poco i carabinier­i avrebbero sfondato la porta, Orlando ha bruciato alcuni documenti: sono stati recuperati i resti di una carta d’identità contraffat­ta, con la sua foto ma altre generalità. «Anche per lui la pacchia è finita», ha commentato il ministro dell’Interno, Matteo Salvini. Soddisfatt­o, ovviamente, anche il comandante provincial­e dei carabinier­i, Ubaldo del Monaco, che ha definito la cattura del latitante un «risultato molto importante». Un clan, ha detto Del Monaco, «di grande caratura criminale». E c’è un elemento sconcertan­te che conferma questa preoccupaz­ione: dal 1992 al 2017 dodici appartamen­ti di Marano confiscati alla cosca sono stati occupati come se nulla fosse da inquilini che hanno pagato l’affitto ai vecchi proprietar­i. Per un quarto di secolo, dunque, lo Stato ha consentito una macroscopi­ca forma di illegalità. Su chi abbia omesso di vigilare è in corso un’inchiesta della Dda. Gli inquilini sono invece stati assolti dal Tribunale di Napoli Nord perché non è stato possibile dimostrare che fossero a conoscenza della situazione.

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