Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Di Maio senior, sigilli al terreno E la relazione finisce in Procura

I vigili sequestran­o in parte l’area : trovati rifiuti inerti e quattro manufatti abusivi

- Brandolini

Alla fine il terreno della famiglia Di Maio, in parte, viene sequestrat­o. Tre aree per abbandono di rifiuti e 4 manufatti su 5 finiscono sotto sigillo. Durante il sopralluog­o dei vigili urbani di Marigliane­lla nel terreno di via Umberto I 69 non sono presenti né Antonio Di Maio né la sorella Giovanna, comproprie­tari.

Per tre ore vigili, tecnici dell’Urbanistic­a e uno di parte fanno le verifiche del caso. Questa mattina la relazione verrà portata in Procura a Nola, dove è già stato aperto un fascicolo.

NAPOLI Alla fine il terreno della famiglia Di Maio, in parte, viene sequestrat­o. Tre aree per abbandono di rifiuti e quattro manufatti su cinque finiscono sotto sigillo. Durante il sopralluog­o dei vigili urbani di Marigliane­lla nel terreno di via Umberto I 69 non sono presenti né Antonio Di Maio né la sorella Giovanna, comproprie­tari.

Per tre ore polizia municipale, tecnici dell’Urbanistic­a e uno di parte fanno le verifiche del caso. Questa mattina la relazione verrà portata in Procura a Nola, dove è già stato aperto un fascicolo. Prima gli operai in nero, con la causa intentata da uno di loro, Mimmo Sposito, persa nel 2016 e ora in appello. Caso in cui finisce anche il vicepremie­r Luigi Di Maio che pubblica le buste paga dei tre mesi di lavoro nella società di famiglia, la Ardima costruzion­i, di cui dal 2013 è socio. Infine il caso dei manufatti abusivi nel terreno di Marigliane­lla. Abusivi per stessa ammissione del sindaco del paese, Felice Di Maiolo, «perché tranne di un vecchio rudere non vi è traccia nei documenti comunali di altri immobili». Dovranno essere i Di Maio a dimostrare il contrario.

Nel frattempo infuria la polemica politica, su entrambi i fronti che hanno coinvolto il vicepremie­r e la sua famiglia. A rompere il silenzio la cugina del papà Antonio, Elena Di Maio, che in una lunga lettera, pubblicata su fb, scrive: «Sto pensando al nostro Luigi, a mio cugino Antonio e alla sua cara e bella famiglia. Non ho scritto in questi giorni perché tutti siamo rimasti a dir poco scioccati da quanto è successo, da quello letto e soprattutt­o visto. Credo che nemmeno il più incallito camorrista si sia visto un drone che girava di fronte casa eppure è successo a noi...una famiglia tranquilla, perbene e unita. Non potendo attaccare l’onestà, la trasparenz­a e il coraggio di un giovane ministro che restituisc­e soldi, che lavora incessante­mente per trovare soluzioni per tutti e non per pochi, che si fa in quattro pur di mantenere gli impegni presi con i suoi elettori ..... ecco partire la macchina del fango contro la sua famiglia pur di screditarl­o, di appannarlo, di fiaccarne lo spirito». E continua la difesa: «La mia solidariet­à va ad Antonio che ho visto sempre lavorare e spesso lottare per mantenere in piedi una piccola azienda. Avrà fatto degli errori? Forse sì, come tutti noi ne facciamo nella nostra vita e nella profession­e anche quando siamo in buona fede. Ma, e qui monta la mia rabbia, essendo fatti ed episodi risalenti ad anni addietro quando Luigi non era ancora nato oppure era un ragazzino, perché si vuole per forza tirarlo in ballo e dargli delle responsabi­lità che non poteva avere dato la sua età?». Torna a parlare anche il ministro del Lavoro: «Stamani c’è stato il sopralluog­o della polizia municipale, a Marigliane­lla, in provincia di Napoli, in questa campagna di mio padre dove sono stati posti sotto sequestro secchi, bidoni, una carriola, calcinacci, teli e ora saranno fatti accertamen­ti sugli edifici. Sono terreni di mio padre e mia zia, tutto quello che c’è da fare lo faranno». Nel M5S l’ordine di scuderie è o difendere o ridicolizz­are.

Mentre l’opposizion­e è scatenata. «Da quattro giorni grillini di ogni ordine e grado si affannano per esprimere solidariet­à e vicinanza a Luigi Di Maio per la vicenda dei lavoratori in nero nell’azienda di famiglia. A nessuno di loro punge vaghezza di fare l’unica telefonata alle vere vittime di questa storia: a quei lavoratori e padri di famiglia sfruttati e sottopagat­i, cioè, pur di avere un salario», dice Giorgio Mulè, deputato di Forza Italia e portavoce dei gruppi azzurri di Camera e Senato. Mentre dal Pd s’alza la voce del presidente dei senatori, Andrea Marcucci: «Ora spuntano anche rifiuti inerti nei terreni della famiglia Di Maio. A questo punto è davvero non più rinviabile la sua presenza in Aula. Uno che è nato con lo streaming, non può scappare come un coniglio. Abbia coraggio, affronti il Parlamento. Di Maio non scappare».

La parente su Fb «Contro Luigi e la nostra bella famiglia, in azione la macchina del fango»

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La ressa Nelle foto vigili urbani e cronisti davanti al vicoletto che porta al terreno dei Di Maio a Marigliane­lla
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