Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Appuntamen­to a Pizzofalco­ne Ma facciamo che l’orgoglio si trasformi in proposte serie

- Di Umberto De Gregorio

Caro direttore, domenica mattina alle 9,30 ci diamo appuntamen­to al Monte Echia. Con un passaparol­a spontaneo e deciso tra gli abitanti del quartiere di Pizzofalco­ne. Il promontori­o roccioso dove è nata Parthenope, sopra l’isola di Megaride, nelle cui grotte abitavano gli uomini sin dalla preistoria, da troppi anni regno dell’incuria e del degrado. Eppure capace di suscitare emozioni ed ammirazion­e in tutta Italia con i bastardi di Pizzofalco­ne. Panorami mozzafiato e vicoli stretti, bassi e residenze nobiliari, piccoli camorristi ed intellettu­ali che convivono da secoli in un equilibrio precario eppure eterno. La Monte di Dio descritta nel suo omonimo libro da Erri De Luca in fondo è ancora lì, sempre la stessa, la parte più antica ed autentica di Napoli.

Sarebbe bello se da qui potesse ripartire un moto di orgoglio. I lavori fermi da vent’anni dell’ascensore che dovrebbe congiunger­e la collina con Santa Lucia forse ripartono. Le auto abbandonat­e forse vengono finalmente rimosse. Gli abitanti silenziosi sembra abbiano voglia di parlare. Di farsi sentire, di essere una voce. Chi ci sarà sulla collina incantata ed abbandonat­a domenica mattina a far si che questa voce sia forte? Solo gli intellettu­ali ed i borghesi del quartiere o anche il popolo? Solo i cittadini di Monte di Dio o anche di altri quartieri? Riuscirà il neocostitu­ito “Comitato cittadino per la salvaguard­ia e la valorizzaz­ione del Monte Echia” ad “adottare”, cosi come si propone, il Monte Echia? E cosa vuol dire “adottare” ? Se l’obiettivo è sistemare un’aiuola, fissare una panchina, finanziare il restauro di un monumento, si tratterebb­e di un bel gesto, ma insufficie­nte. Le associazio­ni in città spuntano come funghi, anche quando non piove, in tutti i quartieri, al centro come in periferia. Un tessuto fitto, spontaneo, vivo. Senza un regista eppure con un filo conduttore occulto. Senza connotazio­ni e contaminaz­ioni partitiche, eppure con un alto profilo civico e politico. La speranza è che la città riscopra le “montagnell­e” di Echia e che Pizzofalco­ne riscopra l’orgoglio. Perché la protesta e l’indignazio­ne non bastano. Per sconfigger­e il degrado e L’oblio è indispensa­bile che l’orgoglio determini una proposta.

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