Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Il nuovo partito del sindaco
De Magistris lancia a Roma il terzo fronte. «Presto nome e simbolo»
Per un giorno le discussioni sulle funicolari che non partono, i bus che non passano, la differenziata lontanissima dal «70% in sei mesi» promessi lasciano spazio alla politica, al dibattito e al tentativo di de Magistris di mettere assieme pezzi della sinistra o di convincere chi non crede nelle compagini attuali a dar fiducia al sindaco di Napoli. Che prova ad allargare i suoi orizzonti ponendosi come alternativa al governo e, soprattutto, a Salvini.
NAPOLI Per un giorno, le discussioni sulle funicolari che non partono, i bus che non passano, gli spazzini che non ci sono, la differenziata lontanissima dal «70 per cento in sei mesi» promessi; piuttosto che via Marina che rischia di rimanere un’incompiuta o Bagnoli di cui non si discute quasi più, lasciano spazio alla politica, al dibattito e al tentativo di de Magistris di mettere assieme pezzi della sinistra o di convincere chi non crede nelle compagini attuali a dar fiducia al sindaco di Napoli. Il quale, resosi conto che solo con Dema non va da nessuna parte, prova ad allargare i suoi orizzonti ponendosi come alternativa a questo governo, soprattutto a Salvini.
Velleitario? Forse. Ma lui, il sindaco napoletano, ci prova chiamando a raccolta movimenti, associazioni, un pezzo di mondo della sinistra al teatro Italia di Roma sotto lo slogan #Oltreledisuguaglianze che, di fatto, ha battezzato «un fronte» politico «ampio» e «aperto», un «terzo spazio alternativo sia al blocco dell’austerity», sia «al governo del cambiamento in cui tanti non si ritrovano. Perché — hanno spiegato dal palco — questo Paese non è solo Matteo Salvini, ma esistono tante isole felici e realtà virtuose. C’è un immenso vuoto da riempire».
Nasce così un nuovo soggetto di sinistra, un nuovo partito che guarda alle Europee «anche se ora lavoreremo per dare un nome e un simbolo a questo soggetto», ha spiegato il sindaco di Napoli. Il quale, anche per far capire dove comunque guarda, ha salutato i partecipanti alzando il pugno chiuso. «Sindaco d’Italia», è stato acclamato. Mentre Enrico Panini, responsabile nazionale del Movimento Dema, ha detto: «Oggi prende vita una nuova impresa politica, un’alleanza contro rancore e apprendisti stregoni, per l’ambiente e contro lo sviluppismo, per il sapere, per il lavoro, per i diritti sociali e civili. Noi chiediamo a de Magistris di assicurare la guida di questo fronte». Sul palco, si avvicendano diversi interventi: da Giulia Rodano (Casa Internazionale delle Donne), a Baobab Experience (Giovanna Cavallo). «È la prima volta che mi trovo in un teatro così affollato e vedo gente con idee così chiare. Ho 82 anni e non ho mai avuto a Napoli un sindaco come de Magistris. Ha cambiato il volto di Napoli e per me cambierà il volto d’ Italia e dell’Europa», ha rimarcato il costituzionalista Paolo Maddalena, che da tempo da il suo apporto a Dema. A de Magistris tocca concludere la giornata: «Abbiamo deciso di mettere in campo un progetto politico, una coalizione civica di liberazione, un campo largo senza fili spinati attraverso l’attuazione di principi costituzionali contro l’onda nera di razzisti e fascisti. Da domani dobbiamo lavorare per darci un luogo, un metodo, oltre che un nome e un simbolo». Anche Pablo Igle- sias, segretario di Podemos, ha inviato un videomessaggio all’assemblea. Assente invece Yanis Varoufakis, leader di Diem25 con cui pareva poter andare avanti un discorso comune con Dema finito invece tra scambi di accuse. Così come non decolla quello con quel pezzo di Movimento Cinquestelle che fa capo a Roberto Fico. Il sindaco strizza l’occhio costantemente al presidente della Camera; prova «chirurgicamente» a scansare Fico dagli attacchi che riserva al governo e a Di Maio. «Con lui c’è dialogo», aveva però detto a Sky Tg24 de Magistris ma ha incassato un’immediata smentita di Fico, solerte nel dire che «non c’è alcun intesa né alleanza». Certo, questo non sarebbe un problema perché la politica è fatta di copioni che spesso si devono interpretare. Non è un caso, infatti, che da quando Fico e de Magistris hanno condiviso il nome di Francesco Floro Flores come commissario di Bagnoli sono terminati gli attacchi del sindaco al commissariamento della zona occidentale. Ma dopo la smentita di Fico è arrivato però l’affondo di de Magistris sia al Movimento «è responsabile del boom di Salvini», che allo stesso Fico, «ci spieghi perché non è pubblica anche a Roma e Torino», amministrate dal M5s. Parole che hanno fatto da detonatore nel mondo grillino che continua a diffidare di de Magistris. Anche se l’elettorato è assolutamente simile.
L’annuncio «Oggi prende vita una un’alleanza contro rancore e apprendisti stregoni, per l’ambiente»