Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Il tribunale non c’era, salta il processo I boss contano sulla scarcerazione
I giudici di Napoli Nord rinviano atti e dibattimento ai magistrati del capoluogo L’ordinanza del collegio: «Il gip non ha tenuto conto della normativa speciale»
Pronti, partenza, stop. Tutto da rifare. Il processo a carico del gruppo imprenditoriale e diplomatico del clan Moccia di Afragola è tutto da rifare. Il motivo? Il Tribunale di Napoli Nord non esisteva quando i boss iniziarono a fare affari e a imporre assunzioni, pilotare appalti, vendere droga e riciclare i milioni.
Strano a dirsi, ma vero. Lo scrive chiaramente il collegio della sezione penale del Tribunale di Aversa. Sei pagine nella quali i giudici rimettono gli atti del procedimento a carico di dodici persone a Napoli, da dove il gip Tommaso Perrella, aveva invece spedito il fascicolo di migliaia di pagine lo scorso 17 luglio. Un rimpallo che potrebbe avere una «tragica» conseguenza: scadenza dei termini di fase. Quelli che vanno dall’arresto al rinvio a giudizio. Per ora la situazione appare ancora sotto controllo e tempo ce n’è, anche se non troppo. La prossima settimana l’udienza preliminare si terrà davanti ai giudici della terza sezione penale a Napoli: ore 10, aula 215. Ma per capire cosa sia accaduto occorre fare un passo indietro, fino al 17 luglio, quando la Direzione distrettuale antimafia firma un decreto di giudizio immediato contro un gruppo di trentacinque persone che ha fatto il buono e il cattivo tempo nella zona a nord di Napoli. Una zona ad altissima concentrazione di clan che si mischiano tra loro a volte fondendosi in alleanze strategiche, a volte scontrandosi generando faide.
I Moccia, che secondo l’accusa erano diretti da Luigi e Teresa, erano la cosca di riferimento per ripulire i soldi, e in grado di far lievitare ogni affare grazie alla corruzione e ai soldi liquidi provenienti dalle estorsioni. A luglio il giudice del tribunale di Napoli rinvia a giudizio dodici persone e ne giudica altri con rito abbreviato. Un processo «lampo» per una mole di accuse fatta di intercettazioni telefoniche e racconti minuziosi di collaboratori di giustizia tra cui Marcello Di Domenico, vera spina nel fianco degli affiliati. Il troncone di quelli che hanno scelto di essere processati e giudicati in dibattimento approda al Tribunale di Napoli Nord i primi di agosto. Tra gli imputati ci sono coloro che sono considerati i pezzi da novanta della cosca. Oltre a Luigi e Teresa, ci sono Filippo Iazzetta, Raffaele Laurenza, Teresa Tuccil- lo e Antonio Ciccarelli. Sono proprio gli avvocati di quest’ultimo, accusato di camorra e estorsione, a sollevare il caso.
«Questo tribunale non è competente». Motivo? Quando i reati sono stati commessi e quando si è iniziati a indagare sul clan, Napoli Nord, con i suoi procuratori, le aule, i cancellieri, la polizia giudiziaria, manco esisteva. Gli avvocati hanno depositato infatti una informativa che è stata determinante per il prosieguo della discussione. La prima iscrizione a carico del loro assistito era avvenuta, addirittura, il 18 ottobre del 2012, due anni dopo l’informativa della Dia del 2 luglio del 2014 che aveva portato all’esecuzione di una maxi ordinanza per 89 persone. La Procura ha sempre sostenuto che fosse questa informativa a doversi prendere in considerazione e invece? Invece no. E lo scrive nero su bianco il collegio di giudici composto dal presidente estensore Giusep- pe Ciampa, e dai giudici Eleonora Pacchiarini e Marco Giordano. «Il gip di Napoli non ha tenuto conto della normativa speciale prevista per il Tribunale di Napoli Nord per la quale — scrivono i giudici — la competenza non debba essere determinata dalla data d’iscrizione del reato, bensì dalla sua conoscenza».
Questo avveniva con lo scopo di evitare che su un tribunale appena creato ricadessero carichi di inchieste vecchie. «Ma invece già risultava dalle imputazioni dei delitti che l’attività investigativa sui Moccia era risalente nel tempo ad epoca antecedente il 13 settembre del 2013, data di avvio del Tribunale di Napoli Nord. La prima nota è del 18 dicembre del 2012 e non è solo riferita a Ciccarelli ma anche per i computati promotori e organizzatori come Raffaele Laurenza, Luigi Moccia ed Esposito Luigi».
In aula
Il procedimento a carico del gruppo imprenditoriale e diplomatico del clan Moccia di Afragola è tutto da rifare. A luglio furono rinviate a giudizio dodici persone e altre giudicate con rito abbreviato