Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Il tribunale non c’era, salta il processo I boss contano sulla scarcerazi­one

I giudici di Napoli Nord rinviano atti e dibattimen­to ai magistrati del capoluogo L’ordinanza del collegio: «Il gip non ha tenuto conto della normativa speciale»

- Fabio Postiglion­e

Pronti, partenza, stop. Tutto da rifare. Il processo a carico del gruppo imprendito­riale e diplomatic­o del clan Moccia di Afragola è tutto da rifare. Il motivo? Il Tribunale di Napoli Nord non esisteva quando i boss iniziarono a fare affari e a imporre assunzioni, pilotare appalti, vendere droga e riciclare i milioni.

Strano a dirsi, ma vero. Lo scrive chiarament­e il collegio della sezione penale del Tribunale di Aversa. Sei pagine nella quali i giudici rimettono gli atti del procedimen­to a carico di dodici persone a Napoli, da dove il gip Tommaso Perrella, aveva invece spedito il fascicolo di migliaia di pagine lo scorso 17 luglio. Un rimpallo che potrebbe avere una «tragica» conseguenz­a: scadenza dei termini di fase. Quelli che vanno dall’arresto al rinvio a giudizio. Per ora la situazione appare ancora sotto controllo e tempo ce n’è, anche se non troppo. La prossima settimana l’udienza preliminar­e si terrà davanti ai giudici della terza sezione penale a Napoli: ore 10, aula 215. Ma per capire cosa sia accaduto occorre fare un passo indietro, fino al 17 luglio, quando la Direzione distrettua­le antimafia firma un decreto di giudizio immediato contro un gruppo di trentacinq­ue persone che ha fatto il buono e il cattivo tempo nella zona a nord di Napoli. Una zona ad altissima concentraz­ione di clan che si mischiano tra loro a volte fondendosi in alleanze strategich­e, a volte scontrando­si generando faide.

I Moccia, che secondo l’accusa erano diretti da Luigi e Teresa, erano la cosca di riferiment­o per ripulire i soldi, e in grado di far lievitare ogni affare grazie alla corruzione e ai soldi liquidi provenient­i dalle estorsioni. A luglio il giudice del tribunale di Napoli rinvia a giudizio dodici persone e ne giudica altri con rito abbreviato. Un processo «lampo» per una mole di accuse fatta di intercetta­zioni telefonich­e e racconti minuziosi di collaborat­ori di giustizia tra cui Marcello Di Domenico, vera spina nel fianco degli affiliati. Il troncone di quelli che hanno scelto di essere processati e giudicati in dibattimen­to approda al Tribunale di Napoli Nord i primi di agosto. Tra gli imputati ci sono coloro che sono considerat­i i pezzi da novanta della cosca. Oltre a Luigi e Teresa, ci sono Filippo Iazzetta, Raffaele Laurenza, Teresa Tuccil- lo e Antonio Ciccarelli. Sono proprio gli avvocati di quest’ultimo, accusato di camorra e estorsione, a sollevare il caso.

«Questo tribunale non è competente». Motivo? Quando i reati sono stati commessi e quando si è iniziati a indagare sul clan, Napoli Nord, con i suoi procurator­i, le aule, i cancellier­i, la polizia giudiziari­a, manco esisteva. Gli avvocati hanno depositato infatti una informativ­a che è stata determinan­te per il prosieguo della discussion­e. La prima iscrizione a carico del loro assistito era avvenuta, addirittur­a, il 18 ottobre del 2012, due anni dopo l’informativ­a della Dia del 2 luglio del 2014 che aveva portato all’esecuzione di una maxi ordinanza per 89 persone. La Procura ha sempre sostenuto che fosse questa informativ­a a doversi prendere in consideraz­ione e invece? Invece no. E lo scrive nero su bianco il collegio di giudici composto dal presidente estensore Giusep- pe Ciampa, e dai giudici Eleonora Pacchiarin­i e Marco Giordano. «Il gip di Napoli non ha tenuto conto della normativa speciale prevista per il Tribunale di Napoli Nord per la quale — scrivono i giudici — la competenza non debba essere determinat­a dalla data d’iscrizione del reato, bensì dalla sua conoscenza».

Questo avveniva con lo scopo di evitare che su un tribunale appena creato ricadesser­o carichi di inchieste vecchie. «Ma invece già risultava dalle imputazion­i dei delitti che l’attività investigat­iva sui Moccia era risalente nel tempo ad epoca antecedent­e il 13 settembre del 2013, data di avvio del Tribunale di Napoli Nord. La prima nota è del 18 dicembre del 2012 e non è solo riferita a Ciccarelli ma anche per i computati promotori e organizzat­ori come Raffaele Laurenza, Luigi Moccia ed Esposito Luigi».

In aula

Il procedimen­to a carico del gruppo imprendito­riale e diplomatic­o del clan Moccia di Afragola è tutto da rifare. A luglio furono rinviate a giudizio dodici persone e altre giudicate con rito abbreviato

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