Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Rosso Petrilli, re del pomodoro
pomodori dell’azienda sono finiti persino sulla tavola di Frank Sinatra. A testimoniare questo rapporto diretto, quasi viscerale, con il territorio, c’è il fatto che nel 1997 l’intera famiglia di Paolo Petrilli si è trasferita nell’antica tenuta nelle campagne di Lucera. La masseria, costruita nel 1700 e acquistata agli inizi del ‘900 dal nonno di Paolo Petrilli, è del resto un gioiellino dell’architettura agraria pugliese. E anche in virtù di questa attenzione le particolari cultivar di pomodori, il grano e la vite prodotti in questo antico feudo, sono considerate da molti esperti fra i migliori d’Italia. «Dal 1990 trasformiamo in modo artigianale, grazie alla collaborazione di alcune signore della zona, pomodori soltanto coltivati da noi — spiega Paolo Petrilli — Abbiamo recuperato dei ceppi autoctoni, ovunque soppiantati dalle varietà industriali, meno buone ma più produttive. Un contadino di altri tempi, Ciro Sirena, ci ha dato i semi della varietà che oggi usiamo: il Sammarzano, il Torremaggiorese ed i Prunilli, una varietà rustica che cresce in aridocoltura e produce cento quintali a ettaro contro i mille dell’industria. Coltiviamo con tecniche di agricoltura biologica dal 1988. Raccogliamo a mano e lavoriamo utilizzando solo ingredienti coltivati nella nostra azienda». Altro fiore all’occhiello dell’azienda è la vite. «Abbiamo undici ettari di vigna — spiega Petrilli — Il Nero di Troia è la varietà prevalente, poi Sangiovese, Montepulciano, Aglianico, Bombino e Verdellino; non una sola pianta di varietà internazionali. Le vigne sono sul poggio dell’azienda su terreno calcareo, esposte a sud e inerbite con piante spontanee». Anche in questo caso si è preferito puntare sulla qualità. Una scelta premiata più volte da Slow Wine e non solo. Il Motta del Lupo-Cacc’e Mmitte di Lucera Doc 2017, per esempio, è una prelibatezza: «La densità è cinquemila piante ad ettaro, e le rese delle uve non superano mai i 60 quintali. Vendemmiamo a mano, esattamente come raccogliamo i pomodori e vinifichiamo, dal 2002, nella cantina della azienda». Infine c’è il grano: «La qualità del grano può cambiare molto. Scegliendo varietà adatte ai terreni, densità di semina e tempi di concimazione si riesce ad aumentare proteine, glutine elastico, profumi e colore. Il grano de La Motticella, dopo anni di attenzione e prove, ha insieme tutte le migliori caratteristiche per la produzione di pasta di qualità altissima».
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Sfide
Abbiamo rinunciato alla possibilità di finanziamenti e a tentare di far la concorrenza ai colossi del settore, ma siamo stati premiati