Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Il manager dell’auto in vigna

Beppe Di Maria e l’avventura nella masseria Carvinea. Vini premiati e vitigni ritrovati

- Di Mauro Denigris

— e così vogliamo restare. Gli ettari coltivati sono solo dieci. Piccolo significa massimo controllo della produzione, sia in vigna, sia in cantina. Piccolo garantisce la massima attenzione del produttore posta su ogni bottiglia. Carvinea produce circa 40-50 mila bottiglie l’anno. Questo numero è destinato a crescere poiché alcuni nuovi vigneti non sono ancora giunti a regime. In ogni caso Carvinea non produrrà mai più di 80-100 mila bottiglie l’anno».

Si tratta però di vini che sono legati ai sapori e agli antichi metodi di produzione ma hanno subito una trasformaz­ione in grado di ottenere il favore di mercati come quelli Nord Europei o Americani: «Sono tutti vini con un taglio moderno. Il Primitivo o il Negramaro sono vitigni storici della Puglia ma noi li abbiamo modernizza­ti, rispettand­o la radice originale ma rendendoli più adatti a un pubblico di intenditor­i». Il fiore all’occhiello, forse ancor più del nuovissimo spumante con metodo classico che riposa nei lieviti addirittur­a 72 mesi, è frutto di una sfida persona- le: «C’era un vitigno caduto nell’oblio, sopraffatt­o dai Primitivi e dai Negramaro — conclude Di ;aria — Si tratta dell’ottavianel­lo di Ostuni, una doc. È un vino (probabilme­nte importato dalla Francia in Salento secoli fa, ndr) che era praticamen­te sparito. Con la mia volontà di recuperarl­o e la bravura dell’enologo lo abbiamo riportato alla ribalta ed è un vino di una eleganza eccezional­e».

Ritorni «L’Ottavianel­lo di Ostuni era scomparso L’abbiamo riportato, ed è eccezional­e»

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