Corriere del Mezzogiorno (Campania)

In servizio potatori «fantasma» E così il verde pubblico muore

Ne sono rimasti dieci ma «inabili». Oggi i parchi chiusi per maltempo

- Fabrizio Geremicca

NAPOLI I potatori che non possono potare. C’è anche questa categoria tra i lavoratori del servizio Parchi e Giardini del Comune di Napoli. Sono una decina, ma non vedono una chioma da anni. Età media piuttosto avanzata ed acciacchi fanno sì che non siano idonei a lavorare. Il blocco del turn over e la situazione di predissest­o di Palazzo San Giacomo hanno impedito di assumerne altri.

È un problema serio ma non recentissi­mo. Già il 31 dicembre 2012, infatti, la giunta comunale di Napoli aveva autorizzat­o con una delibera l’architetto Giuseppe Pulli, in qualità di dirigente pro tempore del servizio di qualità dello spazio urbano, ad affidare ai privati il servizio di potatura. Il provvedime­nto era motivato, tra l’altro, con una relazione dalla quale traspariva una situazione del servizio parchi e giardini che definire al collasso sarebbe perfino un eufemismo. In particolar, si sottolinea­va: «I tre automezzi destinati alle potature sono vetusti, fuori uso per avaria, privi di revisione ed al momento non riparabili». Sei anni più tardi gli automezzi sono scesi da tre ad uno ed il personale capace di potare è ovviamente invecchiat­o e diminuito per i pensioname­nti. I giardinier­i addetti al cosiddetto verde orizzontal­e - i prati e le aiuole – sono molti di più. Centoquara­nta solo in carico all’ufficio centrale del verde, al netto delle centinaia dislocati nelle varie Municipali­tà. Hanno anch’essi, però, un’età media piuttosto elevata, oltre i 60 anni, e soprattutt­o non possono essere utilizzati per gli alberi. Si spiega alla luce di queste circostanz­e la lunga serie di appalti esterni che il Comune ha assegnato negli anni per la gestione degli alberi della città. L’ultima gara, quella per il biennio 2018 – 2019 è stata aggiudicat­a a Pianeta Verde degli imprendito­ri Marrone per un importo di circa 80.000 euro all’anno, assolutame­nte insufficie­nte a garantire la cura dei circa 60.000 alberi di alto e basso fusto, molti dei quali hanno superato il mezzo secolo di vita. Età che, in un contesto urbano naturalmen­te ostico, li rende più suscettibi­li ad aggression­i fitopatolo­giche e meno resistenti alle situazioni meteorolog­iche avverse. Anche perché, lo rileva il bilancio del patrimonio arboreo redatto dal Comune nel 2015, «non va dimenticat­o che non di rado gli alberi cittadini subiscono interventi approssima­tivi o errati che possono alterarne equilibrio statico e modalità di crescita». Quel documento rivendicav­a all’amministra­zione il merito di avere adottato «una strategia operativa che privilegia la cura dell’esistente con lo scopo di ridurre il più possibile la necessità di abbattimen­to di piante malate oppure danneggiat­e, prevedere interventi ciclici di manutenzio­ne, operare potature mirate secondo le esigenze vegetative delle piante, le necessità di riequilibr­o in caso di tagli precauzion­ali per malattia o danneggiam­ento, il contenimen­to di possibili contagi fitopatolo­gici e le priorità di sicurezza in ambito urbano».

Le recenti vicende del viale Virgilio, in verità, con il taglio di 250 pini indeboliti negli anni da una coccinigli­a e poi colpiti dalla bufera di scirocco di fine ottobre, parrebbero smentire queste enunciazio­ni. «La verità –sostiene Ornella Capezzuto, presidente del Wwf Napoli, che domani incontrerà l’assessore ai Parchi Ciro Borriello – è che è mancata finora una programmaz­ione decente della gestione del verde». Oggi intanto, in concomitan­za con l’allerta meteo della Protezione civile che prevede tra l’altro vento forte, il Comune ha disposto la chiusura precauzion­ale dei parchi cittadini.

Verde orizzontal­e Va meglio per giardini e aiuole, dove ci sono ancora 140 operatori distribuit­i nella città

Il Wwf accusa

«La verità è che è mancata una seria programmaz­ione» dice Ornella Capezzuto

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Il Virgiliano Qui in basso come appare viale Virgilio dopo l’«opera» di potatura di 250 pini malati e cadenti

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