Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Il Fiano di Sarno indenne tra le fiamme del 2017
Rieccomi alle prese con un vino della tenuta Sarno, una piccola azienda di Candida concentrata esclusivamente sulla produzione del Fiano (in versione ferma e spumante). Poche migliaia di bottiglie, alta qualità assicurata dalla supervisione tecnica del winemaker Vincenzo Mercurio, ormai nel pieno della maturità professionale nonostante l’ancora giovane età. Parliamo del Fiano fermo dell’annata 2017, notoriamente marchiata a fuoco dal clima torrido. In questo caso, un fattore determinante in positivo è l’altitudine dei vigneti di proprietà a più di 600 metri sul livello del mare. Anche l’esposizione a Est ha contribuito a schermare (relativamente, s’intende) le vigne. Il vino è sul mercato da metà estate. Ora si può considerare stabilizzato: offre una rappresentazione compiuta dei suoi pregi attuali e lascia presagire un’evoluzione che si annuncia estremamente interessante. Il colore è paglierino con evidenti riflessi verdolini che rappresentano l’impronta cromatica dei grandi Fiano. Luminoso, disegna archetti fitti sulle pareti del calice di servizio (preferite un tulipano di medie dimensioni). Conquista subito per il bouquet vario, intenso e soprattutto di non comune eleganza. Il naso coglie innanzitutto sentori floreali, note morbide di frutta esotica (ananas) e non (pera matura). Completano il quadro aromatico spruzzi di oli essenziali di agrumi e ricordi di nocciola tostata. Stupisce anche per l’equilibrio gustativo già notevole. La nitida morbidezza del frutto è vivacizzata dalla freschezza e dalla mineralità. Chiusura molto pulita, ma non lunghissima. Ed è per questo che non gli assegno attualmente la massima valutazione che magari potrà raggiungere nel tempo quando si arricchirà di nuovi accenti e sfumature. Da bere alla temperatura di 8/10 gradi su crostacei crudi o al vapore, sui nobili pesci bianchi (spigole, orate, corvine) al forno o alla griglia.